Il Provveditorato agli studi predica bene ma razzola male: assembramenti alle convocazioni

All’istituto Vittorio Emanuele II, di fianco alla Cattedrale, la convocazione degli aspiranti docenti – supplenti dell’anno scolastico che sta per iniziare è caratterizzata da un caos durato qualcosa come nove ore. La testimonianza di Maria Concetta Miceli a Palermo Live

In tempi contraddittori e difficili come quelli attuali, il rischio di predicare bene ma razzolare male è alto. Nella trappola c’è caduto perfino il Provveditorato agli Studi di Palermo, che essendo una diretta emanazione del Miur (Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca) non avrebbe mai e poi mai dovuto permettere ciò che è accaduto ieri sera davanti all’istituto Vittorio Emanuele II (fianco Cattedrale). Come documentato dalle foto che vi proproniamo, la calca di persone davanti allo storico Liceo Classico del capoluogo siciliano, luogo prescelto per la convocazione degli aspiranti docenti – supplenti dell’anno scolastico che sta per iniziare, non può essere uno spettacolo accettabile.

INSEGNANTI A RISCHIO CONTAGIO ANCOR PRIMA DI ENTRARE NELLE CLASSI

A segnalarci l’accaduto, con grande indignazione a maggior ragione perchè medico operatore covid, è Maria Concetta Miceli: “Vedere tutte quelle persone, che tra l’altro saranno i futuri docenti di questa Nazione, concentrate in uno spazio tanto ridotto, nella situazione emergenziale in atto causa pandemia, è un qualcosa di veramente dissonante da tutti i punti di vista. Si è tanto sbandierato della penuria di insegnanti, e poi, gli stessi vengono esposti a un concreto rischio contagio ancor prima di farli entrare in classi gremite da studenti. Da non crederci.” Un assembramento in piena regola, permesso proprio da chi, quotidianamente, catechizza e invita al rispetto delle norme anti contagio in ambito scolastico. A Maria Concetta, che con la sua bicicletta stava percorrendo come d’abitudine il Cassaro, non è potuto sfuggire quanto stava accadendo all’altezza della Cattedrale.

NOVE ORE DI ASSEMBRAMENTO

“Ho potuto parlare prima con gli astanti e poi con alcune persone di mia conoscenza, che mi hanno messo al corrente dei dettagli di quanto stava avvenendo; erano basite, in particolare a causa del fatto che l’assembramento è stato permesso dalle 14 fino alle 23”. Dunque, per circa nove lunghissime ore, durante le quali, come sottolinea il medico palermitano, “la maggior parte indossava sì correttamente la mascherina, ma al contempo non era disposto ad allontanarsi per paura di perdere la convocazione, la cui chiamata era segnalata davanti la porta da un bidello. Insomma – ribadisce Maria Concetta a Palermo Live -, un chiaro esempio di mancata organizzazione, di un disservizio che rischia di ripetersi già a partire da lunedì prossimo. Senza volere dare consigli a nessuno, ritengo tuttavia che una convocazione distribuita per fasce orarie avrebbe reso il tutto meno caotico. Una situazione inaccettabile, ripeto, perchè parliamo di un Ente delle istituzioni pubbliche, non certo di un ente privato dal quale un errore, seppur marchiano del genere potrebbe pure scappare.”

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