Diciott’anni dalla terribile strage di Nassiriya: 19 le vittime italiane

Il 12 novembre del 2003 un attentato devastava la base degli italiani a Nassiriya: 19 morti nella strage. La ferita è ancora aperta

nassiriya

Si celebra oggi la “Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace” istituita con legge numero 162 del 12 novembre 2009, che assorbe tutte le commemorazioni relative ai militari caduti in missioni di pace all’estero e coincide con il diciottesimo anniversario della strage di Nassiriya, una delle pagine più tristi della storia recente italiana.

QUELLA TERRIBILE MATTINA DEL 12 NOVEMBRE 2003….

Sono le ore 10:40 ora locale, le 08:40 in Italia, di un tragico 12 novembre 2003 quando all’improvviso un camion cisterna pieno di 150-300 chili di esplosivo scoppia davanti l’ingresso della base MSU (Multinational Specialized Unit) italiana dei Carabinieri a Nassiriya, capoluogo della regione irachena di Dhi Qar. Il tutto ha provocato la successiva esplosione del deposito munizioni della base “Maestrale” e pertanto la morte di diverse persone tra Carabinieri, militari e civili. Il carabiniere Andrea Filippa, di guardia all’ingresso della base principale, riuscì a uccidere i due attentatori, tant’è che il camion non esplose all’interno della caserma ma sul cancello di entrata, evitando così una strage di più ampie proporzioni. I primi soccorsi furono prestati dai Carabinieri stessi, dalla nuova polizia irachena e dai civili del luogo.

LE VITTIME DELL’ATTENTATO DI NASSIRIYA

L’attentato provocò 28 morti, 19 italiani e 9 iracheni; 12 carabinieri della Msu (Enzo Fregosi, Giovanni Cavallaro, Alfonso Trincone, Alfio Ragazzi. Massimiliano Bruno, Daniele Ghione, Filippo Merlino, Giuseppe Coletta, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Horatio Maiorana, Andrea Filippa); cinque uomini dell’esercito (Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Emanuele Ferraro, Alessandro Carrisi e Pietro Petrucci). Due civili, il regista Stefano Rolla, che stava facendo un sopralluogo per un film sulle missioni di pace e l’operatore della cooperazione internazionale Marco Beci.

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