60.000€ di multa, se lo tieni così in casa: da oggi ti vengono a perquisire e rischi la galera
Con le nuove regole introdotte chiunque può essere raggiunto da una multa salatissima
Stiamo parlando di un oggetto che molti posseggono o hanno posseduto. Da oggi se te lo trovano in casa rischi una multa salatissima e non solo. Sono tantissime le famiglie che si ritrovano in casa le pellicce della nonna, o della mamma. Capi di abbigliamento che oggi non si usano più per un crescente rispetto per gli animali. Ma c’è chi ancora utilizza la pelliccia di animali per giacche o cappotti.
Dal 1° gennaio 2022 in Italia è vietato l’allevamento e l’uccisione degli animali per produrre pellicce, un tipo di attività che entrava palesemente in conflitto con le norme contro lo sfruttamento non necessario degli animali. È dunque “vietato allevare, far riprodurre in cattività, catturare e uccidere visoni, volpi, procioni, cincillà e tutti gli animali di qualsiasi specie per ricavarne pelliccia” Tutti gli allevamenti ancora esistenti in Italia, sono stati smantellati.
Sebbene il mercato delle pellicce non abbia subito crisi, neppure durante la pandemia, il governo italiano ha ascoltato le istanze sempre più nazionalpopolari. Nel 2020, in piena pandemia, gli avvenimenti hanno spinto sull’acceleratore: le aggregazioni di animali in cattività e nei mercati, infatti, si erano dimostrate fonti di trasmissione e mutazione dei virus.
Negli ultimi anni è cresciuta anche la rete di tutela nei confronti dei così detti animali d’affezione inteso come ogni animale tenuto o destinato ad essere tenuto dall’uomo per suo diletto e compagnia. Le tutele sono elencate nel Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio sui movimenti a carattere non commerciale di Animali da Compagnia n. 576‐577/13. La normativa parla di dovere morale degli esseri umani di rispettare gli animali, compresi quelli randagi, perché sono tutti esseri senzienti, capaci di provare sofferenza e dolore.
Animali al centro della legge: maggiori tutele e pene più severe
La Camera dei deputati ha approvato una riforma del Codice penale che introduce significative novità in materia di tutela degli animali, segnando un cambio di paradigma giuridico. La nuova normativa non si limita più a proteggere il “sentimento per gli animali“, ma riconosce loro diritti autonomi, sottolineando la necessità di una protezione diretta contro crudeltà e sfruttamento. Questa modifica normativa rafforza la consapevolezza che gli animali non sono semplici oggetti del nostro affetto, ma esseri viventi con diritti specifici.
Tra le novità principali vi è l’inasprimento delle pene per i crimini contro gli animali. Combattimenti e spettacoli violenti sono puniti con multe fino a 30.000 euro e reclusioni che arrivano a 4 anni. L’uccisione di animali può comportare fino a 4 anni di carcere e multe di 60.000 euro in caso di crudeltà. Inoltre, i maltrattamenti non prevedono più sanzioni pecuniarie alternative: chi infligge sofferenze agli animali rischia pene detentive fino a 2 anni. Queste misure puntano a scoraggiare abusi e promuovere una maggiore responsabilità sociale nei confronti degli animali.
Indagini più rigorose e protezione garantita durante i processi
Un elemento innovativo della legge è il divieto di abbattimento degli animali coinvolti in procedimenti penali, che devono essere custoditi fino alla conclusione dei processi. Le associazioni animaliste potranno intervenire per monitorare la gestione degli animali sequestrati, assicurandone il benessere. Inoltre, in caso di reati abituali, saranno adottate misure di prevenzione simili a quelle contro il crimine organizzato. Questi strumenti rafforzano il controllo e garantiscono un trattamento rispettoso per gli animali durante le indagini.
La legge introduce nuove norme contro l’abbandono e il traffico di animali, aumentando significativamente le sanzioni. Viene anche imposto il divieto di tenere animali legati con catene, con multe fino a 5.000 euro. Tra le altre misure, spiccano il miglioramento del coordinamento tra le forze dell’ordine e l’istituzione di una banca dati dedicata ai reati contro gli animali. Infine, è stato introdotto un divieto totale sull’utilizzo di pellicce di gatti per fini commerciali. Questi provvedimenti rappresentano un passo decisivo verso una protezione più completa e moderna degli animali in Italia.