8 marzo, femminicidi e violenze sessuali in aumento: i dati del Viminale nel giorno in cui si festeggia la donna

Il report “Donne vittime di violenza”, pubblicato oggi dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Viminale. Primato inglorioso per la Sicilia in fatto di maltrattamenti in famiglia e reati persecutori

8 marzo

La Giornata internazionale della donna arriva puntuale anche quest’anno fra polemiche ed esaltazioni. Il report “Donne vittime di violenza”, pubblicato oggi, 8 marzo, dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Viminale, mette nero su bianco i numeri relativi al nostro Paese.

Nel 2022 sono aumentati i casi di omicidio con 319 persone uccise, ma è cresciuto ancor di più il numero delle vittime donne (125) con un +12% rispetto al 2019. Un incremento che si registra anche in ambito familiare-affettivo, dove pure c’è una diminuzione dell’8% degli omicidi complessivi: le vittime di genere femminile sono cresciute infatti del 10%.  

Nello stesso ambito, risultano in diminuzione sia gli omicidi commessi dal partner o ex partner (-17%) sia il numero delle relative vittime donne che, da 68 del 2019, passano nell’anno appena trascorso a 61, con un decremento che si attesta al 10%. Considerando le sole donne uccise in ambito familiare-affettivo, le stesse sono vittime di partner o ex partner nel 59% dei casi (61 su 103). Numerosi anche i casi in cui risultano uccise per mano di genitori o figli (33%, 34 su 103). Più basso il numero di omicidi per mano di altro parente (8%, 8 su 103).

8 marzo, “trend di crescita per le violenze sessuali”

Il report registra “un trend di crescita per le violenze sessuali, confermando la necessità di riservare a tale fenomenologia criminale la massima attenzione. Ciò anche se il rilevato incremento dei dati può, almeno in parte, essere letto quale il parziale ‘affioramento di un sommerso’, ossia la testimonianza anche di un’aumentata sensibilità verso il fenomeno e quindi di una maggiore propensione alla denuncia da parte delle vittime e dei testimoni”. Secondo i dati del report “dal 2020, anno nel quale si è registrato il dato minore (4.497) , l’incremento è stato significativo e si è attestato, nel 2022, a 5.991 eventi. Nell’ultimo anno resta invece sostanzialmente stabile l’efficacia dell’azione investigativa, con una percentuale di casi scoperti che si attesta al 61% (+4% sul 2021)”.

Per quanto riguarda la diffusione geografica “l’Emilia Romagna, la Liguria e il Trentino Alto Adige le regioni con la più elevata incidenza dei reati commessi 11, mentre Basilicata, Campania e Abruzzo evidenziano i valori d’incidenza più bassi”. Le vittime che continuano a risultare “predominanti sono quelle di sesso femminile, il 91%, di queste “il 71% sono maggiorenni e il 79% di nazionalità italiana”.

I numeri del “Codice rosso”

Spazio anche ai dati relativi all’applicazione del “Codice rosso”. Significativo incremento, sia dei delitti commessi che delle segnalazioni a carico dei presunti autori noti, in particolare per la fattispecie di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, che può essere interpretata in senso positivo, cioè, anche in questo caso, come un incremento della propensione alla denuncia e, più in generale, della sensibilità alla tematica da parte di tutti gli autori coinvolte.

Per quanto riguarda i reati introdotti con il codice rosso, l’incidenza delle vittime di genere femminile ha registrato valori che si attestano tra il 65 e il 96%, tranne che per la deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso. Qui i valori oscillano dal 23% del 2021 al 26% dell’anno successivo. Si evidenzia inoltre un incremento dell’azione di contrasto per tutte le fattispecie fino al 2021, con un leggero decremento, nel 2022, sia per la costrizione o induzione al matrimonio (-14%) che per la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (-22%).

8 marzo, reati persecutori in calo ma non in Sicilia

Un trend decrescente del numero di reati commessi sino al 2021 e nell’ultimo anno si registra per gli atti persecutori. “L’azione di contrasto, dopo aver evidenziato una progressiva decrescita fino al valore più basso nel 2021 (59% di reati scoperti), nel 2022 fa rilevare una significativa inversione di tendenza, attestandosi al 67%”, si legge. In particolare, “nel 2022, l’incidenza dei reati commessi risulta più elevata in Campania, Sicilia e Puglia. Le regioni in cui, invece, si registra un’incidenza minore sono il Veneto, il Trentino Alto Adige e le Marche”. Le vittime sono prevalentemente “quelle di genere femminile (74%). Di queste, il 96% sono maggiorenni e l’88% è di nazionalità italiana”.

Maltrattamenti in famiglia

Nel 2022 si registra anche una riduzione dei maltrattamenti contro familiari e conviventi e, ancora più marcata, degli atti persecutori, fattispecie che, nei tre anni precedenti, avevano entrambe evidenziato un incremento costante. “Si tratta – dice il report – di un’inversione di tendenza e, quindi, di un segnale interessante, da porre in verosimile correlazione con la conclusione di un biennio (2020-2021) nel quale le abitudini di vita familiare e le relazioni sociali hanno subito numerose modifiche”.

“Nel 2022 la Campania, la Sicilia e l’Emilia Romagna risultano le regioni con la più elevata incidenza dei reati commessi. Il Molise, la Valle d’Aosta e le Marche sono, invece, quelle in cui tale incidenza è più bassa”. La maggior parte delle vittime sono “di genere femminile, che si attestano all’81%. Il 93% delle stesse sono maggiorenni e il 76% è di nazionalità italiana”.

Foto da Pixabay

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