Il mondo del lavoro è in rimodulazione. O perlomeno lo saranno presto i contratti da proporre ai funzionari delle pubbliche amministrazioni ricercati a mezzo bando di concorso. Il motivo è presto detto. La percentuale di persone assunte è risultata essere troppo bassa rispetto al numero di profili ricercati. 821 nuovi assunti su 2800 posti. Lo stesso ministro Brunetta ha ammesso di aver commesso degli errori. In primis inquadramenti a termine ed in secundis compensi non competitivi sono i primi indiziati del fallimento. Ora bisogna formulare un nuovo testo per il bando di concorso.
Il tentativo di gestione dei fondi di coesione è ormai una disdetta evidente. Il dato che fa riflettere maggiormente è quello che riguarda la ricerca di funzionari tecnici esperti. Se ne cercavano 1412 e sono risultati idonei solo 167. Il salario medio basso non è in linea con le parcelle in ambito privato, solitamente pagate molto meglio. Il contratto a termine di certo non aiuta. Difatti è quasi nulla la possibilità di avanzamento di carriera.
Gli errori però sono stati numerosi. In fase di reclutamento, era prevista una pre-selezione basata sulla valutazione dei titoli che ha chiuso le porte dell’assunzione ai tanti neolaureati. A nulla è valso lo sforzo del Dipartimento della Funzione Pubblica. La soglia di sbarramento per accedere alla prova scritta era stata rimodulata, ma si è arrivati a 1483 idonei, poco più della metà dei posti al bando.
Roberta Alaimo, deputata del M5S si è espressa sul concorso. Ha annunciato l’uscita del nuovo bando in autunno per la copertura dei posti ancora vacanti. Il sistema ha bisogno di “un serio approfondimento sulle condizioni di inquadramento delle figure più qualificate, anche dal punto di vista retributivo”. Le lacune si trovano anche sul fronte della subordinazione per via gerarchica nei lavori delle pubbliche amministrazioni.
Il lavoro di un giovane laureato in ingegneria o informatica è oggetto di giudizi anche tecnici da parte di superiori, spesso senza alcuna competenza specifica. Per non parlare della spinta alla mobilità di carriera. Che non c’è. “Come entri, così esci. Puoi avere tutti i meriti che vuoi, ma non c’è riconoscimento della capacità professionale”