Berlusconi e lo spettro delle sentenze pilotate: le reazioni di FI a Palermo e in Sicilia
Tutti gli esponenti del partito sottolineano “la persecuzione strumentale” che, a loro dire, sarebbe stata messa in atto da una parte della magistratura nei confronti dell’ex premier, privato anche della carica di senatore a vita
Anche negli ambienti palermitani e siciliani di Forza Italia monta la rabbia a seguito della diffusione dell’audio del magistrato Amedeo Franco – deceduto un anno fa – che, almeno in teoria, stravolgerebbe la storia del processo Mediaset- Agrama, nell’ambito del quale l’ex premier Silvio Berlusconi subì in Cassazione una condanna di tre anni e otto mesi per frode fiscale.
Gli audio – trasmessi anche in tv dalla trasmissione Quarta Repubblica condotta da Nicola Porro – sono stati pubblicati dal quotidiano Il Riformista di Piero Sansonetti, secondo il quale la sentenza che condannò Berlusconi nel 2013, segnando di fatto l’inizio del declino di Forza Italia in termini di consensi, fosse di natura politica.
“Non ci abbiamo mai creduto – afferma il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gianfranco Miccichè, coordinatore regionale del partito – e abbiamo sempre detto che quella condanna per frode fiscale era una sentenza finalizzata ad abbattere Berlusconi e il governo che presiedeva: un vero e proprio colpo di Stato”.
“Oggi tutta la nazione sa che il leader azzurro era innocente – aggiunge – e accusato di un reato mai commesso”.
E privato anche della carica di senatore a vita, “con l’applicazione di una legge – sottolinea Miccichè – in maniera retroattiva: non era mai successo in un Paese democratico”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il commento della senatrice bagherese Gabriella Giammanco, che punta l’indice contro “un chiaro sistema di potere all’interno della magistratura, che utilizza la giustizia per sovvertire l’ordine democratico“.
“Chiunque abbia seguito le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi con oggettività – spiega l’esponente di FI – e senza alcun pregiudizio ideologico, ha compreso chiaramente che si è trattato di una persecuzione strumentale: nessuno lo potrà risarcire e non ci sarà ristoro per i milioni di italiani che da sempre credono in lui e nel partito”.
“Una gogna durata anni – afferma Andrea Mineo, consigliere comunale a Palazzo delle Aquile e coordinatore regionale di Forza Italia Giovani Sicilia – che ha visto un leader e un’intera classe dirigente etichettati ingiustamente: adesso avanti con maggiore determinazione”.
Intanto, il quotidiano “Libero” diretto da Pietro Senaldi ha lanciato una petizione per promuovere la nomina di Berlusconi senatore a vita e Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, preannuncia l’avvio della raccolta di firme a Roma sabato 4 luglio.
Lo stesso Tajani ha chiesto l’istituzione di una Commissione d’inchiesta non soltanto su quanto accaduto a Berlusconi ma anche “su tutto il cattivo funzionamento della giustizia penale, a partire da Palmiro Togliatti che inserì giudici provenienti dal PCI, prima che dallo Stato”.