Carlo Alberto Dalla Chiesa: il Generale ucciso per un accordo Stato-mafia

Oggi, il 38esimo anniversario della strage. Assenti, alle commemorazioni, tutti e tre i figli «Le istituzioni non sono un giocattolo. Mio padre avrebbe sgridato, se fosse stato vivo,diversi esponenti. E non parlo solo di politici»

“Qui è morta la speranza dei palermitani onesti”. E’ con questa scritta che, unanimemente, i palermitano salutarono l’impegno oltre la morte di Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il Generale e Prefetto morì 38 anni fa insieme alla moglie, Emanuela Setti Carraro ed all’agente di scorta, Domenico Russo. 

Era il 3 settembre 1982 quando, poco dopo le 21 in via Isidoro Carini a Palermo, una Bmw affiancava e faceva fuoco su una Autobianchi A112. I passeggeri di quell’auto, rimasti uccisi dall’attentato erano il Generale Dalla Chiesa e la moglie, diretti ad una cena in un ristorante a Mondello.

Nello stesso momento l’auto con a bordo l’autista e agente di scorta, Domenico Russo, che seguiva la vettura del Prefetto, veniva affiancata da una motocicletta, dalla quale partì un’altra micidiale raffica, che ferì gravemente Russo, il quale morì dopo 12 giorni all’ospedale di Palermo.

Per la strage furono condannati i vertici della cupola Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Nenè Geraci e i killer Raffaele Ganci, Giuseppe Lucchese, Vincenzo Galatolo, Nino Madonia, Francesco Paolo Anzelmo e Calogero Ganci. La sentenza restituì alle famiglie delle vittime una verità parziale, ammettendo:

“Si può senz’altro convenire con chi sostiene che persistano ampie zone d’ombra, concernenti sia le modalità con le quali il generale è stato mandato in Sicilia a fronteggiare il fenomeno mafioso, sia la coesistenza di specifici interessi, all’interno delle stesse istituzioni, all’eliminazione del pericolo costituito dalla determinazione e dalla capacità del generale”

Carlo Alberto dalla Chiesa era diventato, dunque, un personaggio scomodo non solo per la mafia, ma anche per una parte della politica. 


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COMMEMORAZIONE A PALERMO

Oggi a Palermo una messa e una cerimonia, come ogni anno, sul luogo della strage. Presente, per la prima volta, anche la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. Oltre al comandante generale dei carabinieri Giovanni Nistri. Assenti, invece, i tre figli. A darne conferma all’Adnkronos è il figlio Nando Dalla Chiesa. “Io, purtroppo, non potrò esserci perché sono bloccato a Milano dove stanno per iniziare le lezioni all’università, mia sorella Rita sarà a Roma e mia sorella Simona a Catanzaro. Oggi il decoro delle istituzioni troppo spesso sembra dimenticato. Le istituzioni non sono un giocattolo. Mio padre avrebbe sgridato, se fosse stato vivo, diversi esponenti istituzionali. E non parlo solo di politici. Quest’anno abbiamo visto tanti spettacoli inverecondi..”. E’ l’atto di accusa di Nando Dalla Chiesa.

Immagini di Marcella Chirchio

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