Il piccolo Evan ucciso a Modica: la mamma era già stata indagata per maltrattamenti

Quello che emerge dall’inchiesta è raccapricciante: occhi neri giustificati con improbabili cadute dal letto, fruste artigianali realizzate con cavi elettrici, calci e sberle

La mamma del piccolo Evan Giulio era già stata indagata per maltrattamenti il mese prima della morte del bambino. Il piccolo di 21 mesi è morto il 17 agosto scorso al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Modica, dove è arrivato in arresto cardiaco pieno di lividi sul corpo.

La madre, Letizia Spatola, 23 anni e il suo convivente Salvatore Blanco, 32 anni, sono stati fermati con l’accusa di omicidio e di maltrattamenti. 

L’inchiesta era stata aperta dalla Procura di Siracusa all’inizio di luglio dopo che il bambino era stato portato, per la terza volta da maggio, nel pronto soccorso dell’ospedale di Noto per una frattura alla clavicola sinistra. La madre del piccolo aveva detto che era caduto mentre giocava, ma il medico di turno non aveva creduto alla sua ricostruzione ed aveva segnalato l’accaduto alla polizia, che ha presentato una relazione alla Procura.

La prima volta risalirebbe invece al 27 maggio, quando il piccolo era stato portato in ospedale con una frattura scomposta del femore destro con tumefazioni dell’anca e del ginocchio destro. La seconda volta, pochi giorni dopo, il 12 giugno, quando i medici lo avevano curato per una ferita infetta. 

Intanto nell’ambito dell’inchiesta sulla morte del bambino è stato effettuato un sopralluogo nella casa della coppia, a Rosolini, dove è stato sequestrata la fodera di un cuscino della culla dove la polizia scientifica ha trovato tracce di sangue.

Quello che emerge dall’inchiesta è raccapricciante: occhi neri giustificati con improbabili cadute dal letto, fruste artigianali realizzate con cavi elettrici, calci e sberle. E una serie di elementi che racconta di un sistema che non ha reagito prontamente ai tanti allarmi arrivati da più parti: dall’esposto presentato il 6 agosto dal padre di Evan alla procura di Genova, recapitato soltanto dopo il decesso del piccolo ai magistrati di Siracusa, alle sollecitazioni della procura dei Minori di Catania non raccolte dagli assistenti sociali di Rosolini.

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