Il piccolo Evan morto tra l’indifferenza, l’autopsia: «decesso per trauma cranico»

Maltrattamenti, angherie con fratture, tumefazioni all’anca, femore rotto, orecchio tagliato: l’orrore del piccolo Evan durato sette lunghissimi mesi

E’ stato picchiato, fino alla morte, dalla madre e dal compagno. (È questa l’ipotesi degli inquirenti che indagano sulla tragedia familiare e che lunedì sera hanno posto in stato di fermo sia l’uomo che la donna, entrambi residenti in una palazzina delle case popolari di Rosolini, in provincia di Siracusa). Ha subito per mesi ogni tipo di violenza. E’ orribile la storia che ha portato alla morte del piccolo Evan, il bambino di due anni ucciso a colpi di botte.


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Sette mesi di maltrattamenti e angherie con fratture, tumefazioni all’anca e al ginocchio e perfino «il taglio di una parte dell’orecchio», tre referti medici che certificano violenze indicibili e la madre che «per due volte porta il suo bimbo bisognoso di cure al pronto soccorso di Noto e poi si allontana dall’ospedale». Di fatto abbandonandolo. Sono inquietanti le carte d’inchiesta sulla morte di Evan Giulio Lo Piccolo.

L’ipotesi più accreditata dopo l’autopsia sul corpo del piccolo è quella di una morte legata a un trauma cranico. I segni sul capo confermerebbe questa linea. Sul corpo sono presenti molti lividi, anche riferibili alle settimane scorse, compatibili con percosse. L’ispezione eseguita dal medico legale Francesca Berlich darà indicazioni utili all’inchiesta della procura di Siracusa, guidata da Sabrina Gambino, sulla morte del bambino di 20 mesi.

LA DENUNCIA DEL PADRE

Quella di Evan sarebbe stata una tragedia annunciata: suo padre, infatti, il mese scorso aveva presentato un esposto contro ignoti per maltrattamenti dopo che la nonna paterna del bambino aveva notato dei lividi all’orecchio del piccolo documentandoli con delle foto: “Il bambino era malridotto – dice al Corriere il compagno della nonna di Evan – Avevamo parlato agli assistenti sociali, raccontando loro degli ematomi. Ci eravamo rivolti ad un avvocato perché la madre inventava tante scuse per giustificare quei segni. Da mesi ci battevamo, ora vogliamo la verità». Le indagini sono coordinate dalla Procura di Siracusa. I reati ipotizzati sono omicidio volontario in concorso, maltrattamenti e lesioni.

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