La Procura di Palermo ha disposto tre misure cautelari a seguito dell’aggressione, verificatasi nel giorno di ferragosto, ai danni di una giornalista palermitana e di un’amica sul litorale di Barcarello.
Destinatari dei provvedimenti, eseguiti dai carabinieri della stazione di Partanna Mondello, M.G, cinquantotto anni, L.M.C., quarant’anni, e D.L.O., cinquantaquattro anni.
I primi due dovranno rispondere rispettivamente di resistenza a pubblico ufficiale e tentato furto con strappo aggravato; per entrambi, è scattato l’obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria.
Per la terza, una donna, l’accusa è di violenza o minaccia a pubblico ufficiale; anche per lei, l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Proprio durante le operazioni eseguite dai militari, Rossella Puccio, questo il nome della giornalista che si trovava in compagnia di un’amica, stava riprendendo con una videocamera il lavoro delle pattuglie impegnate nello sgombero delle tende per liberare il litorale della borgata dagli assembramenti.
Sono stati proprio i carabinieri a intervenire e a scongiurare il peggio: un gruppo di persone, infatti, aveva già preso di mira le due donne, aggredendole.
Un episodio increscioso che ha acceso i riflettori su alcuni temi di fondamentale importanza che afferiscono alla professione giornalistica e alle condizioni nelle quali operano molti free lance.
Come spiega la stessa Rossella in una lunga – e toccante – riflessione pubblicata sul suo profilo facebook, esiste un problema legato alla mancanza assoluta di tutele e ai “pagamenti talvolta mortificanti”: due facce della stessa medaglia, entrambe figlie del precariato e del progressivo svilimento della figura del giornalista.
“Comunicare – scrive – rimane l’obiettivo, malgrado il ricordo di quella sera, i segni e l’attrezzatura rotta comprata con difficoltà che ti ha permesso di lavorare”.
In tutto, sono state denunciate all’Autorità giudiziaria dieci persone – tra esse figura un minorenne- ritenute a vario titolo responsabili di atti di violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di indicazione della propria identità personale.
Per due di loro, anche l’accusa di lesioni personali aggravate nei confronti delle due donne.