I pensionati siciliani all’attacco del governo Musumeci
Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil stigmatizzano l’assenza di interventi economici e sanitari a favore degli anziani e dei più deboli, resi ancora più poveri dall’emergenza Coronavirus. A Enna il 30 settembre esecutivi regionali unitari
Esecutivi regionali unitari di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil Sicilia in programma per il prossimo 30 settembre presso i locali dell’Hotel Garden di Pergusa, ad Enna, per analizzare l’attuale condizione dei pensionati e anziani dell’isola, con particolare attenzione rivolta alle conseguenze, economiche, sociali, e sanitarie che il Covid 19 ha determinato nel territorio regionale.
Le sigle dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, rappresentate dai segretari generali Maurizio Calà , Alfio Giulio e Antonino Toscano, si riuniranno a partire dalle 9:30: i lavori saranno incentrati sulle richieste, ad oggi inascoltate, che la categoria dei pensionati ha ripetutamente rivolto al governo Musumeci.
In cima all’agenda dei sindacati figurano le istanze che rappresentano alcuni tra gli elementi cogenti dell’attuale piattaforma rivendicativa a partire dalle mancate risposte alla povertà degli anziani e alla difficoltà a curarsi a causa delle lunghe liste d’attesa e dei costi della sanità, giudicati insostenibili in relazione ai redditi della stragrande maggioranza dei pensionati siciliani.
Questioni di fondamentale importanza che saranno dibattute alla presenza dei tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Sicilia Alfio Mannino, Sebastiano Cappuccio e Claudio Barone e delle rispettive confederazioni provinciali.
In particolare, i sindacati esprimono forte preoccupazione per l’assenza, ad oggi, di interventi economici a sostegno delle classi più deboli tra le quali figurano appunto anziani, pensionati e disabili.
“Al contrario di quanto avvenuto in altre Regioni – dichiarano Calà, Giulio e Toscano – in Sicilia Nello Musumeci non ha assolutamente dato seguito alle nostre indicazioni, ancora più stringenti a seguito dell’insorgenza e della diffusione del Covid 19 : abbiamo scoperto che il presidente ha varato l’ennesimo comitato di studio sulla terza età ma agli anziani occorrono servizi socio – sanitari e interventi sulla povertà, fatti concreti e non commissioni di studio; si vede proprio che il governatore ha perso il contatto con la realtà”.
La posizione dei pensionati si rivela molto critica in merito all’attuale gestione dei distretti socio – sanitari che, secondo le organizzazioni sindacali, avrebbero rivelato tutta la loro inadeguatezza proprio in occasione dell’emergenza ancora in atto, anche sotto il profilo della capacità di spesa delle risorse disponibili.
Altra criticità che sarà sviscerata durante gli esecutivi riguarda il tema della non autosufficienza che, da tempo ormai, vede i sindacati in prima linea nel chiedere un intervento legislativo ad hoc a livello nazionale, con l’obiettivo di armonizzare attraverso una sola legge, le istanze che provengono dai territori, nell’esclusivo interesse dei disabili e delle loro famiglie.
Grande disappunto, inoltre, viene manifestato da Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil Sicilia per la mancata attività dei tavoli dedicati a questioni nevralgiche che afferiscono alla salute e al welfare.
“Malgrado le reiterate promesse del governo regionale di far funzionare i tavoli già attivati – lamentano i tre segretari Calà, Giulio e Toscano – ad oggi non vi è traccia della ripresa di una significativa interlocuzione con i due assessorati coinvolti, ovvero quelli delle Politiche sociali e della Salute”.
Tanti, dunque, i motivi di insoddisfazione che inducono i sindacati a stigmatizzare il comportamento del governo regionale, accusandolo di immobilismo e inaccettabile pigrizia anche e soprattutto in considerazione della particolare problematicità dell’attuale momento storico- sanitario.
“Per tali ragioni – concludono – siamo pronti a una stagione autunnale all’insegna della mobilitazione nel caso in cui le nostre richieste dovessero rimanere inascoltate: occorre fornire risposte immediate ai cittadini ultrasessantenni impoveritisi ulteriormente nella fase di lockdown per supportare, ancora una volta e molto spesso anche al di là delle loro effettive possibilità economiche, figli e nipoti rimasti senza reddito e privi di occupazione”.