Il grido di allarme dei tassisti siciliani: «Dichiariamo uno stato di agitazione continuo»
Tassisti siciliani ad un passo dalla catastrofe. Sono più di mille le famiglie aggrappate a questa professione che, a causa della pandemia, rischiano di affondare nella crisi
Per i tassisti siciliani il momento è decisamente duro. Calo del turismo e parallelamente crollo dei guadagni per tutta la categoria.
L’epidemia di Coronavirus ha messo in ginocchio l’intero Paese: in tempi di forti restrizioni agli spostamenti e limitazioni alle attività lavorative, ludiche e sportive, tra le innumerevoli realtà che hanno sofferto e continuano ancora a soffrire, emerge quella dei tassisti, una categoria che si sente abbandonata a se stessa.
IMMAGINI DI MARCELA CHIRCHIO
La professione del tassista, in Sicilia, è legata ai flussi turistici. Il grosso del lavoro si sviluppa tra marzo ed i primi di ottobre. In questi mesi, la categoria deve raccogliere i soldi necessari per tirare avanti tutto l’anno e fare fronte alle incombenze e ai pagamenti: le tasse, il rinnovo periodico delle licenze, la manutenzione del mezzo, i costi assicurativi e l’ammortamento del veicolo e tanti altri piccoli e grandi rivoli che incidono almeno per il 60 per cento sull’incasso lordo di un operatore di quella categoria.
L’estate per la Sicilia è alta stagione, di solito i taxi faticano ad accontentare tutte le richieste, al momento il problema è diventato addirittura trovarla, qualche richiesta. Ore e ore fermi nelle aree di sosta, per i tassisti il tempo non passa mai.
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“Una crisi totale” confermano i tassisti che continuano il loro servizio, ma contano sulle dita di una mano i clienti giornalieri. La paura del contagio si unisce anche a quella della sopravvivenza economica delle famiglie, tra mutui, tasse, rate e un lavoro che non c’è più.
Si cercano risposte dal governo regionale: “Dopo mesi di attese e prese in giro da parte delle amministrazioni locali, abbiamo deciso di far sentire all’unanimità la nostra voce di rabbia e sofferenza. Le nostre motivazioni sono tante: la mancanza del lavoro dovuta alla pandemia in corso, la mancata erogazione di fondi già stanziati ma non ancora erogati dalle REGIONE SICILIA a sostegno della categoria TAXI, la quale ha avuto un crollo delle potenzialità di lavoro del 90%. Ad aggiungersi alle problematiche elencate si evincono accanimenti da parte delle Amministrazioni comunali ( SUAP – Sportello Unico attività produttive – Polizia Urbana) per la revoca di tre licenze taxi con alle spalle famiglie per un semplice ritardo nel rinnovo annuale causato da problematiche fisiche ed economiche. In attesa di avere dei riscontri positivi ed immediati da parte delle istituzioni, dichiariamo noi TASSISTI SICILIANI uno stato di agitazione continuo fino a quando non avremmo delle certezze per il mantenimento delle nostre attività lavorative, ed il fabbisogno delle nostre famiglie. Pretendiamo rispetto per la Sicilia già sofferente a causa di pregiudizi mai estinti“.
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