I tredici sindaci delle citta’ metropolitane hanno scritto una lettera al presidente del Consiglio Conte chiedendo un nuovo passo nel rapporto tra governo e sindaci, che coinvolga le citta’ nella fase di rilancio del Paese. Immediata la risposta del premier, che li ha convocati per una riunione a palazzo Chigi domani alle 15.
DRAMMATICO LOCKDOWN
Una lunga lettera per chiedere di contare di più. Per dare un contributo reale e gestire il rilancio direttamente nelle città. E’ quanto hanno chiesto tredici sindaci delle città metropolitane. Nella fattispecie i primi cittadini hanno chiesto un nuovo passo nel rapporto con il governo, se ciò non avverrà, a sentire i sindaci le conseguenze saranno drammatiche: «Siamo convinti, più che mai, che senza una manovra di aggiustamento, urgente e indifferibile, salteranno i servizi essenziali di tutte le Città italiane – si legge nella lettera –. Il rischio potrebbe essere un drammatico lockdown delle attività che, quotidianamente, i Comuni svolgono in ogni angolo del nostro Paese per i loro cittadini».
PIU’ RISORSE…
Entrando nello specifico della richiesta, i sindaci chiedono un confronto con Giuseppe Conte. Su quali tematiche? La lettera parla chiaro: «Risorse certe e sufficienti per consentire ai Comuni di assicurare continuità nei servizi alle comunità, perché le somme già stanziate non ci permetteranno di chiudere i bilanci a luglio”. E ancora: «Misure eccezionali di revisione e flessibilizzazione dei vincoli finanziari per i Comuni; semplificazioni per eseguire opere celermente e ridisegnare gli spazi urbani in vista della fase di convivenza con il virus».
«ABBIAMO DIMOSTRATO GRANDE SENSO DI RESPONSABILITA»
«Conosci, caro Presidente, il senso di responsabilita’ che abbiamo manifestato nella fase piu’ difficile e complessa, sia sul piano dei rapporti tra le diverse istituzioni che nei confronti delle nostre comunita’. In quella fase, quella della reazione alla grande paura e al senso di smarrimento dei cittadini e, a volte, – continuano i tredici sindaci – anche nostro, noi abbiamo da subito reagito collaborando con abnegazione e lealta’. Abbiamo perfino rinunciato all’esercizio del nostro potere di autorita’ sanitaria locale perche’ il Governo potesse dare un indirizzo unitario per superare l’emergenza. Con determinazione ci siamo assunti la responsabilita’ di prevenire e gestire le tensioni sociali, distribuendo buoni spesa e kit alimentari in tempi rapidi e a tutti coloro che ne avevano urgente bisogno».
«Oggi, pero’, in vista di una ripartenza che appare complessa e piena di incognite, noi rivendichiamo il ruolo politico che il mandato diretto dei cittadini ci assegna».
SI RISCHIA DI RIPARTIRE CON IL PIEDE SBAGLIATO
«L’Italia ha bisogno di uno sforzo progettuale, di tutti, per rialzarsi e costruire il suo futuro. Senza gli occhi lungimiranti e la caparbia determinazione dei sindaci – concludono –si rischia di ripartire con il piede sbagliato». La lettera è stata firmata da Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente Anci, Virginia Raggi, sindaca di Roma Capitale, Giuseppe Sala, sindaco di Milano, Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, Chiara Appendino, sindaca di Torino, Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, Marco Bucci, sindaco di Genova, Virginio Merola, sindaco di Bologna, Dario Nardella, sindaco di Firenze e coordinatore dei sindaci metropolitani, Salvatore Pogliese, sindaco di Catania, Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria e Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari.
__________________________________________________________________________________________
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE: