Un nuovo, importante passo in avanti verso l’istituzione dell’infermiere di famiglia in Sicilia: il testo di legge, proposto dal deputato regionale del Movimento Cinque Stelle Antonio De Luca (nella foto), è stato approvato all’unanimità dalla Commissione Salute, Servizi sociali e sanitari dell’ARS, registrando la convergenza di tutte le forze politiche.
In effetti, si tratta di una riforma importante per la medicina territoriale, che cambia il rapporto con il cittadino-paziente in Sicilia: oltre al riconoscimento e alla valorizzazione della figura professionale e del ruolo essenziale dell’infermiere in ambito sanitario, essa prevede infatti un sostanziale mutamento sotto il profilo dell’assistenza domiciliare. A garantire quest’ultima, infatti, saranno proprio l’infermiere e il medico di famiglia : una collaborazione che mira a semplificare la gestione delle lungodegenze e delle cronicità nelle terapie domiciliari, con importanti risvolti per i nuclei familiari, che avranno così la possibilità di evitare molte ospedalizzazioni e i disagi che esse comportano, anche dal punto di vista emotivo e psicologico.
Non di rado, infatti, i ricoveri rappresentano un trauma per i malati e i loro cari: rimanere a casa, se possibile, è l’opzione migliore per tutti.
Un ulteriore esito legato all’introduzione della nuova figura è il ridimensionamento del ricorso improprio al pronto soccorso: l’obiettivo è di far sì che le cure in regime di emergenza sanitaria possano essere erogate a chi ne ha effettivamente bisogno. Le casse regionali potrebbero beneficiare, in tal senso, di un notevole risparmio e garantire una qualità più elevata dei servizi laddove occorra. “Sin dal mio insediamento – spiega De Luca, che al Parlamento regionale è componente sia della Commissione Salute, Servizi sociali e sanitari che della Commissione Antimafia – ho lavorato per istituire l’infermiere di famiglia in Sicilia: ho incontrato sindacati, Ordini professionali, associazioni e cittadini ed è emerso con chiarezza come questa figura sia fondamentale, soprattutto nell’assistenza ai soggetti più complessi, non autosufficienti e indigenti”.
L’iter, ovviamente, non è ancora stato completato: occorrono una relazione dell’assessorato alla Salute, il parere della Commissione Bilancio, il ritorno in Commissione Sanità e la discussione in Aula.
Il Disegno è stato depositato nell’aprile del 2019: la possibilità di finanziare immediatamente la legge è molto concreta, poichè nel Decreto Rilancio sono stati stanziati i fondi nazionali per le Regioni da destinare, appunto, all’infermiere di famiglia e per l’infermiere di comunità.
All’assessorato alla Salute toccherà il compito di individuare sul territorio regionale un’ ASP pilota dalla quale far partire un progetto sperimentale di servizio infermieristico territoriale della durata di dodici mesi; a conclusione del periodo, i risultati saranno riferiti alla VI Commissione parlamentare che, proprio in considerazione dei dati e delle peculiarità che emergeranno, sarà chiamata a proporre eventuali integrazioni o modifiche.