Oncologia senologica, la Sicilia arranca. Il parere di medici e donne operate di tumore
A Palermo, si è tenuto un incontro a cura dell’Associazione Nazionale di Azione Sociale, dedicato alla salute psico – fisica delle donne e al tema dei tumori alla mammella. Tra il contributo degli specialisti e l’esperienza di chi ha vissuto il dramma del cancro al seno, è emerso un quadro di forte problematicità
Assenza di multidisciplinarietà, compromissione del principio di continuità assistenziale e della libertà di scelta, migrazione verso ospedali di altre regioni con conseguente aggravio di costi per la sanità siciliana.
Sono alcuni degli aspetti problematici dell’oncologia senologica in Sicilia, emersi nel corso di un incontro tenutosi a Palermo presso gli spazi di Villa Airoldi, dal titolo “La salute della donna in pericolo: quando la quantità scavalca la qualità”.
L’iniziativa è stata fortemente voluta dall’ANAS, l’Associazione Nazionale di Azione Sociale, per analizzare, in chiave critica ma propositiva, il provvedimento regionale (D.A. n.49 del 30 gennaio 2020) che limita a soli cinque centri della Sicilia Occidentale l’autorizzazione ad eseguire interventi contro il tumore al seno nelle province di Palermo e Trapani.
Il tutto, sulla base di un solo criterio: l’attività minima di centocinquanta casi di carcinoma mammario ogni anno, al netto di tutti gli altri fattori.
L’incontro è stato moderato da Aldo Carcaci, presidente onorario dell’associazione, alla quale occorre riconoscere il merito di avere acceso il dibattito a beneficio della collettività, ad oggi poco informata in materia.
La conferenza è stata animata dal contributo di autorevoli esponenti della comunità medico – scientifca, che hanno sviscerato le problematiche afferenti al tema ognuno dal proprio angolo visuale e professionale : il medico chirurgo Benedetto Di Trapani, specialista in chirurgia generale e senologia e il collega Giuseppe Cuccia, specialista in chirurgia plastica ed esperto in ricostruzione mammaria.
Entrambi hanno posto l’accento sui disagi che il provvedimento comporta per le donne affette da tumore: un intervento istituzionale che dovrebbe migliorare la qualità di una cura si traduce in realtà nell’inizio di un calvario stracolmo di ostacoli, a partire dall’irrazionalità della distribuzione geografica sul territorio siciliano e dall’ assenza di interlocuzione e concertazione con i professionisti delle varie realtà territoriali nella scelta delle strutture,
Tra i tanti interrogativi posti nel corso dell’iniziativa, anche il perchè, in molti casi immotivato, dell’esclusione di alcune strutture e di alcuni professionisti che hanno orientato la propria attività e le proprie risorse verso l’oncologia senologica: la conseguenza più tangibile è un profondo senso di smarrimento nelle pazienti, costrette a fare i conti non solo con il dramma della malattia, ma anche con la mancanza della continuità della cura.
Aspetti di varia natura che non possono prescindere da una valutazione sulle ripercussioni che un simile quadro ha sulla psicologia delle donne: in tal senso, di particolare rilievo è stato l’intervento della psico – oncologa Giuseppina Bonura, che ha confermato l’importanza fondamentale di un ambiente sereno come premessa e condizione necessaria per ogni cura.
Di grande impatto, le testimonianze di tre donne che hanno sperimentato il dramma del tumore al seno e vissuto il calvario delle operazioni chirurgiche: Erina Tripi, Clara Cardella e Patrizia Cellini.
I loro contributi hanno ulteriormente acceso i riflettori sul tema della salute psico-fisica declinata al femminile, al quale l’ANAS ha dichiarato di volere dedicare momenti di ulteriore approfondimento, confermando il ruolo focale dell’associazionismo in ambito sociale e a favore dei diritti dei cittadini.