Orlando ha già dimenticato Adham: Zito nuovo assessore alle Culture

E’ il direttore dell’Accademia delle Belle Arti, il sindaco stavolta non ha voluto azzardi…

E’ Mario Zito il nuovo assessore alla Cultura del Comune di Palermo. Orlando chiude la partita delle dimissioni di Adham Darawsha in pochi giorni, senza grandi consultazioni e con lo spirito di mettere fine a ogni possibile trattativa con le forze politiche che lo sostengono. Ha scelto il direttore della Accademia delle Belle Arti, in linea di continuità con un’esperienza amministrativa consolidata.

Zito ha battuto una concorrenza esistente più nei corridoi che nella realtà. Orlando è già difficile da avvicinare quando si tratta di nomine, figurarsi adesso nei giorni della bocciatura del Sole 24 Ore. E così ha più facilmente potuto chiudersi nelle sue stanze e lasciare fuori qualsiasi eventuale suggerimento. L’idea di un tecnico quale Zito può definirsi è da sempre la scelta più facile a cui ricorrere nei momenti di difficoltà. Non manca il curriculum al direttore dell’Accademia né le frequentazioni degli uffici comunali che hanno rappresentato più di un ostacolo in tempi recenti.

FARE L’ASSESSORE ALLA CULTURA A PALERMO E’ DIFFICILE

Raccoglie un’eredità non proprio pesantissima e non soltanto per responsabilità del predecessore. Fare a Palermo l’assessore alla Cultura – perdonateci, ma mettere il plurale è un’insopportabile ipocrisia – è difficile se non impossibile, specie se il parametro di riferimento sono le sindacature di Orlando di fine anni ’90. Allora c’erano risorse finanziarie inimmaginabili e un assessore, Francesco Giambrone, che ha saputo valorizzarle attingendo a piene mani a collaborazioni sul territorio di buon livello. Non solo politica di eventi, ma capacità di mettere le professionalità locali nella condizione migliore per garantire un’offerta culturale mai più realizzata.

Francesco Giambrone ha avuto il merito di tenere il sindaco sempre un passo indietro rispetto al progetto, impresa che nessun altro è più riuscito a compiere, per difetto di personalità e autonomia.

NUOVO MODELLO DI INDIRIZZO CULTURALE PER PALERMO

Oggi, terminata la stagione della grande illusione segnata dall’esperienza improduttiva di Manifesta, a Palermo serve un nuovo modello di indirizzo culturale che sappia tenere l’Istituzione al centro della scena senza tuttavia far pesare la sua presenza ingombrante. Un gioco di equilibri che sappia coinvolgere le migliori professionalità del territorio senza rinunciare a quella sperimentazione che ha caratterizzato le stagioni migliori.

La sinergia con le altre Istituzioni culturali è sembrato in questi anni lo strumento per fare le cose al minor costo possibile, un coinvolgimento forzato che non rende merito neanche a chi questo ruolo da vassallo l’ha via via accettato. A Leoluca Orlando restano gli ultimi scampoli della carriera di sindaco e ha preferito ancora una volta giocarsi la sua partita in solitario, stavolta senza alcun azzardo. Zito non sarà un nuovo Giambrone ma nemmeno un secondo Darawsha. Arriva con un Festino già allestito, il più anomalo possibile, figlio anche questo di un ragionamento condivisibile solo per il periodo in cui è maturato. Dovrà indossare il vestito della festa e poi calarsi in una realtà che mai come oggi attende segnali per una ripartenza nel nome di Palermo.

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