Internet e soggetti vulnerabili, in Sicilia nasce un Osservatorio
L’istituzione del nuovo organismo porta la firma del Corecom, Il Comitato regionale per le comunicazioni. Occhi puntati sui nuovi social quali Tik Tok, che conta ormai 700 milioni di utilizzatori attivi al mese
Monitorare i fenomeni di devianza in rete e fornire alle istituzioni proposte e indicazioni per contrastare fake news, hate speech, cyberbullismo, sexting e revenge porn, grazie anche al supporto di ricerche condotte sul campo.
All’insegna di questi obiettivi, il Corecom Sicilia ha istituito un Osservatorio dedicato a Internet e ai soggetti vulnerabili, composto da autorevoli esponenti del mondo universitario.
Ad annunciare la creazione del nuovo organismo è stata Maria Astone, presidente del Comitato che, nel corso di un webinair on line sul tema “Tik Tok, il social network cinese il cui successo preoccupa l’Europa”, ha sottolineato come l’idea di dare vita all’Osservatorio sia legata alla consapevolezza della necessità, ormai imprescindibile, di verificare quali tutele possano essere garantite ai cittadini di fronte ai pericoli insiti nelle nuove tecnologie e rispetto ai poteri privati che gestiscono le piattaforme.
Un’esigenza che, come ha spiegato la professoressa Astone, ordinario di Diritto privato presso l’Università degli Studi di Messina, riguarda, con particolare attenzione, i minori, tra bambini, pre-adolescenti e adolescenti.
Proprio sul tema dei social e dell’applicazione Tik Tok si è sviluppato l’intervento di Francesco Pira (nella foto) docente di Comunicazione e Giornalismo presso l’Università degli Studi di Messina e coordinatore didattico del Master in Social Media Manager, che ha illustrato uno studio dedicato all’uso dei nuovi media, da lui stesso condotto durante la recente fase di lockdown, su un campione di 1858 studenti delle scuole medie e superiori.
“Tik Tok – ha spiegato il professore Pira – conta ormai 700 milioni di utilizzatori attivi al mese ed è un social al quale si iscrivono anche bambini e adolescenti mentre i genitori sono spesso all’oscuro perfino dell’esistenza dell’app”.
“Per questo – ha aggiunto – è indispensabile superare i modelli di media education adottati fino ad ora: l’educazione ai media, piuttosto, deve diventare strumento di un nuovo approccio strategico alla formazione”.
“Siamo di fronte – ha concluso Pira – ad una sfida di rilevanza globale che deve investire la politica, il mondo dell”informazione, il sistema dell’istruzione e della conoscenza”.
Parole in linea con le riflessioni contenute nella relazione introduttiva della conferenza telematica del presidente Astone, che ha posto in rilievo i rischi legati al crescente ricorso alle tecnologie informatiche.
“Si registra – ha sottolineato – l’aumento esponenziale della diffusione di informazioni non veritiere, errate o anche manipolate: tutto ciò favorisce la commissione di veri e propri illeciti, civili e penali, forme di violenza in rete, di pornografia e cyberbullismo”.
Intanto, sono già numerosi gli autorevoli esponenti del mondo universitario siciliano che hanno chiesto di fare parte del gruppo costitutivo dell’organismo: tra essi, oltre allo stesso professore Pira, figurano Michele Cometa e Gioacchino Lavanco, rispettivamente direttore del Dipartimento Cultura e società e ordinario di Psicologia dell’Università di Palermo e Giuseppe Vecchio, ordinario di Diritto privato dell’Università degli Studi di Catania e direttore del Dipartimento di Scienze Politiche.