Padre Pino Puglisi: il prete di Brancaccio che sorrideva ai suoi assassini
Don Pino sorrise al killer che gli sparò sotto casa. Nel quartiere Brancaccio di Palermo, dilaniata dalla guerra delle cosche mafiose, riuscì a coinvolgere nei gruppi parrocchiali molti ragazzi strappandoli alla strada e alla criminalità
Ventisette anni fa veniva ucciso a Palermo Don Pino Puglisi. Era la sera del 15 settembre 1993, e quella stessa sera 3P (così era soprannominato da tutti) compiva 56 anni. Nato a Palermo, nel quartiere Brancaccio, venne ucciso “perché era un rompiscatole“. Era proprio così che veniva definito dei suoi nemici, ma era anche il modo in cui a lui stesso piaceva autodefinirsi.
Nei mesi precedenti alla morte aveva subito un’intimidazione mafiosa: di notte gli avevano bruciato il portale della Chiesa. Ma lui, aveva deciso di non farsi vincere dalla paura e di non mollare il suo lavoro come parroco di San Gaetano, a Brancaccio, feudo della famiglia Graviano (quella da cui il pentito Salvatore Brusca disse di aver ottenuto il tritolo per la strage di Capaci, ndr.), e insegnante di religione al liceo classico Vittorio Emanuele di Palermo.
La sera del 15 settembre 1993, tutti i ragazzi del centro “Padre Nostro” insieme ai collaboratori sono pronti a festeggiare e aspettare che don Pino torni a casa. Sono le 20.45: don Puglisi sta rientrando a casa dopo una lunga giornata di lavoro in comune per cercare di farsi assegnare lo stabile in via Hazon, da tempo luogo di spaccio, per trasformarlo in una scuola. Arriva in piazza Anita Garibaldi, nel quartiere Brancaccio ad est di Palermo, con la sua Fiat Uno rossa. Don Pino sta per varcare il portone di casa quando Gaspare Spatuzza lo afferra per un braccio e gli dice: “Padre questa è una rapina”. “3P” si volta e sorridendo gli dice: “Me l’aspettavo”. Dietro il prete si nasconde Salvatore Grigoli, che impugna la pistola e dopo pochi secondi spara due colpi alla nuca del parroco. Il corpo morto di don Pino si accascia a terra, ma il suo viso continua a sorridere. “Mafiosi vigliacchi avete ucciso un uomo coraggioso e indifeso” si leggerà su un lenzuolo appeso sulla cancellata della parrocchia di San Gaetano dopo la morte di don Puglisi.
“Morì per strada, dove viveva, dove incontrava i piccoli, gli adulti, gli anziani, quanti avevano bisogno di aiuto e quanti, con la propria condotta, si rendevano responsabili di illegalità, soprusi e violenze. Probabilmente per questo lo hanno ucciso: perché un modo così radicale di abitare la strada e di esercitare il ministero del parroco è scomodo”.
Oggi una messa e la deposizione dei fiori sulla sua tomba. Sarà ricordato alle 18 padre Pino Puglisi. Il prete di Brancaccio, primo martire della chiesa ammazzato da Cosa nostra, è stato beatificato a Palermo il 25 maggio 2013. Oggi alle 18 i fedeli si incontreranno nella Cattedrale di Palermo, dove l’arcivescovo Corrado Lorefice officerà la celebrazione. Poi, il 25 settembre sarà inaugurata la Comunità alloggio per minori “Beato Giuseppe Puglisi e Santa Rosa Venerini”, gestita dal Centro di Accoglienza Padre Nostro a Termini Imerese.
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