Non è una scena tratta da un film dell’orrore, ma un fatto realmente accaduto.
Nel carcere romano di Rebibbia, un detenuto ha amputato con un morso il dito della mano di un agente della Polizia Penitenziaria.
L’autore della brutale aggressione, avvenuta lo scorso giugno ma della quale è stata data notizia soltanto oggi da Il Messaggero, non è un ristretto qualsiasi bensì un potente boss di Cosa Nostra, Giuseppe Fanara, che da nove anni si trova in regime di 41 bis a seguito di una condanna all’ergastolo.
Secondo le ricostruzioni del quotidiano, l’episodio sarebbe accaduto durante un controllo nella cella di Fanara che avrebbe perso la testa e, con un manico di scopa in mano, avrebbe minacciato i poliziotti penitenziari.
Alle parole sarebbe seguita un’aggressione, culminata con il morso all’agente: a rendere ancora più macabro l’episodio, la possibilità che il boss abbia inghiottito il mignolo, mai più ritrovato.
Arrestato nel 1999 durante una riunione in un casolare nelle campagne di Favara, in provincia di Agrigento, autore di svariati omicidi compiuti tra gli anni ottanta e novanta, il boss ergastolano è stato trasferito a Sassasi in un carcere di massima sicurezza.
Ora gli è stata notificata una nuova misura cautelare per i reati di lesioni aggravate, lesioni gravissime e resistenza.