Record di incidenti in viale Regione Siciliana, i cittadini invocano più sicurezza
Secondo alcuni, non si tratterebbe di tragiche fatalità ma di precise mancanze da parte delle amministrazioni comunali che si sono succedute: la creazione di una seconda arteria sopraelevata avrebbe potuto evitare innumerevoli sinistri soprattutto all’incrocio di via Perpignano
Pattuglie dei vigili urbani, ambulanze del 118, traffico in tilt, ingorghi, maxi tamponamenti, urla di dolore, scene di sconforto e disperazione per i tragici esiti di incidenti che coinvolgono veicoli a quattro e due ruote e qualche volta anche pedoni.
Per i palermitani, ma anche per chi arriva della provincia, è questo lo scenario che, ormai da troppo tempo, si prospetta in viale Regione Siciliana: il punto più critico si trova all’altezza dell’incrocio, sempre più letale, con via Francesco Perpignano, una delle strade clou dell’urbanistica comunale.
I numerosi mazzi di fiori, le foto delle vittime della strada e gli striscioni che, insieme alle lapidi incontrano lo sguardo di chi passa per l’arteria di scorrimento che collega l’autostrada A19 Palermo – Catania con la A29 Palermo – Mazara del Vallo, fanno ormai parte dell’arredo urbano e raccontano, da soli, la cronaca di morti più o meno annunciate, che connotano viale Regione Siciliana come una delle vie più trafficate e pericolose non solo di Palermo ma di tutta l’isola.
Proprio qui, in ordine cronologico, si è consumata l’ultima tragedia in città: la morte del diciassettenne Agostino Cardovino, residente nel quartiere Noce, travolto e ucciso da una Dacia nella carreggiata in direzione Catania.
Soltanto l’ultimo di una lunga serie di incidenti di varia entità che, negli ultimi mesi, si sono verficati nell’area della Circonvallazione.
Per l’opinione pubblica, non si tratta certo di una tragica fatalità: c’è chi addebita l’estrema pericolosità del tratto a decisioni sbagliate che risalgono ai decenni passati.
Nel 1980, infatti, l’amministrazione comunale realizzò un programma per la riqualificazione dell’area, che prevedeva la creazione di una seconda arteria centrale sopraelevata: i primi lavori iniziarono alle fine di quel decennio con la costruzione di passaggi e pilastri, ma gli interventi non furono mai completati. Restarono visibili solo alcuni piloni abbozzati.
Il progetto fu bloccato da alcune associazioni ambientaliste promotrici di un ricorso fondato su motivazioni di carattere estetico e paesaggistico che, seppure a distanza di tanti anni, provocano ancora sdegno e dissenso tra tanti palermitani, che non di rado utilizzano facebook per stigmatizzare l’assenza di provvedimenti adeguati da parte del Comune, come nel caso di Marco Costumati, che affida al social network la propria rabbia commentanto il tragico incidente costato la vita al giovane Agostino.
“Queste morti sono sulla coscienza di chi, oggi, a vario titolo è responsabile di immobilismo, incapacità gestionale e incompetenza – commenta – perché sarebbe bastato un semplice passaggio pedonale sopraelevato, senza dovere impiegare chissà quali grandi risorse, per evitare questi drammi”.
Costumati si riferisce, ovviamente, all’interruzione del progetto di ampliamento di viale Regione che, se andato in porto, avrebbe “decongestionato la Circonvallazione” collegando le due autostrade: non è il solo ad esprimere preoccupazione e dolore sugli ultimi sinistri, dodici in tutto, che hanno riguardato quel tratto stradale.
Sull’argomento, infatti, interviene con un comunicato anche Marina Fontana , vedova di Roberto Cona, deceduto nel 2013 a causa delle conseguenze di un terribile incidente avvenuto durante il viaggio che la coppia stava compiendo da Milano fino alla Sicilia: da allora, la vedova si è impegnata strenuamente in varie azioni di sensibilizzazione, rivolte anche ai più giovani, per diffondere la cultura dell’ educazione stradale.
“Con la fine del lockdown le vittime della strada sono tornate a crescere – dichiara – in tutta Italia e anche a Palermo: dobbiamo pretendere prevenzione, maggiori controlli e soprattutto più responsabilità da parte di chi guida”.
“Il ritorno in strada è stato tragico – sottolinea – e a farne le spese sono stati soprattutto i più giovani: le cause principali degli incidenti sono infatti la distrazione, l’uso inappropriato di smartphone alla guida, l’alta velocità e, in qualche caso, l’assunzione di droga e alcolici prima di mettersi al volante”.
“A Palermo – precisa Fontana – tra maggio e giugno sono stati innumerevoli i sinistri, con tantissimi feriti e un elevatissimo numero di morti”.
Dieci giorni prima della tragica morte di Agostino, infatti, sempre all’altezza di via Perpignano, nella corsia centrale in direzione Trapani, la moto nella quale viaggiava una coppia si è schiantata contro una betoniera, proprio di fronte il centro “Mediaworld”: i due sono rimasti gravemente feriti.
A metà aprile, sempre in direzione Trapani, nella stessa corsia, il conducente di una Fiat Panda si è schiantato contro il guardrail all’altezza di Villa Tasca: un incidente dalle conseguenze fortunatamente meno nefaste dei precedenti, ma ugualmente emblematico della pericolosità di viale Regione Siciliana.