SOS IMPRESA SICILIA si costituisce parte civile al processo contro due fratelli imputati di usura e tentata estorsione ai danni di alcuni imprenditori di Canicattì. Gli interessi usurari richiesti erano pari al 10 per cento mensile e il danno subito dalle parti offese ammonta a diverse decine di migliaia di euro. Gli imputati si trovano attualmente uno agli arresti domiciliari, l’altro detenuto presso il carcere “Pasquale di Lorenzo” di Agrigento.
«La volontà delle vittime di denunciare e di costituirsi parte civile nel processo è un importante segnale a tutti gli imprenditori e commercianti della provincia di Agrigento affinché – afferma Sos Impresa Sicilia – sostenuti dallo Stato e dalle Associazioni antiracket e antiusura, riconquistino il proprio diritto a fare impresa senza condizionamenti criminali».
All’udienza preliminare, tenuta presso il Tribunale di Agrigento, erano presenti in segno di vicinanza alle vittime: il vice presidente nazionale di SOS IMPRESA, Pippo Scandurra; il coordinatore regionale della Rete per la Legalità, Pippo Foti; l’imprenditore Eugenio Di Francesco che, dopo la tragica uccisione del fratello Piero, ha animato il movimento antiracket a Riesi e in provincia di Caltanissetta.
Le indagini sono state condotte dalla pm Elenia Manno della Procura di Agrigento e dal Comando provinciale dei Carabinieri di Agrigento e dalla Compagnia dei Carabinieri di Canicattì. Udienza rinviata al 24 luglio per l’interrogatorio dell’imputato detenuto e per la scelta del rito del processo.
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