A Terrasini la presentazione del romanzo di Giovanna Fileccia

“Oggetti in terapia” , questo il titolo del libro pubblicato da Scatole Parlanti nella collana Voci, indaga il rapporto tra persone e cose, affrontando tematiche adatte ai lettori di tutte le età, tra ironia e dramma

La complessa relazione che lega uomini e oggetti, tra possesso, specularità, compulsività e contraddizioni. 

Un tema di certo non facile sul quale si posa la grazia letteraria di una delle autrici più fini e sensibili del panorama contemporaneo, Giovanna Fileccia, che il prossimo 8 agosto presenterà il romanzo “Oggetti in terapia” a Terrasini, presso gli spazi esterni di Torre Alba, sul lungomare Peppino Impastato, alle 18.45. 

Con la scrittrice, dialogheranno la professoressa Gabriella Catalano e il giornalista Pietro Pirillo; ad Alessia Di Ranno sarà affidato il compito di leggere alcuni brevi brani tratti dal libro, pubblicato nella collana Voci della casa editrice viterbese Scatole Parlanti. 

Psichiatra affermato, Armando Fieravalli ritrova, una sera, un’agenda sulla quale, nel passato, aveva scritto dei racconti sulle patologie psichiche di alcuni oggetti quotidiani : così si presenta al lettore Penna a sfera, segretaria dello psicoterapeuta Orologio a Pendolo.

Il suo datore di lavoro, nelle notti in cui si verificano particolari condizioni, riunisce diversi oggetti per una terapia di gruppo: ecco allora, nella forma del flusso di coscienza, le lamentele di Frigorifero, che viene aperto troppo spesso, di Divano, su cui i proprietari non fanno che mangiare, e di Lavagna, che assiste ad atti di bullismo.

Sarà un oggetto a infrangere il vincolo di segretezza raccontando la seduta al suo proprietario: da qui, alcuni avvenimenti condurranno il dottor Pendolo e il dottor Fieravalli a incontrarsi e decidere così di avviare una cooperazione tra uomini e oggetti.

Le condizioni di questi ultimi miglioreranno sensibilmente, tanto da diventare un mirabile esempio di civiltà per i giovani cittadini del futuro. 

Genialità, innovazione, creatività permeano tutte le pagine del romanzo, che ha registrato recensioni lusinghiere da parte della critica. 

La scelta di alternare narratori diversi si rivela avvincente e viene condotta dall’autrice con leggerezza. 

Il tema trattato è complesso, perchè afferisce alla problematicità della relazione tra possessori e posseduti, nella quale entrano in gioco dipendenze, attrattività del potere e status symbol. 

L’originalità  è una delle caratteristiche salienti dell’universo espressivo di Giovanna Fileccia che, nel 2018, ha ricevuto  a Roma il primo premio della Federazione Unitaria Italiana Scrittori (FUIS) per il monologo “Scossa”, risultato vincitore per l’innovazione nell’ uso delle parole, oltre che per la vicenda descritta. 

Uno dei tanti riconoscimenti che l’autrice ha ricevuto nel corso della propria attività artistica e culturale, che comprende anche la drammaturgia, la critica letteraria, la poesia e la scultura. 

Nel suo percorso, iniziato nel 2009 dopo una serie di studi e approfondimenti filosofici e letterari, occupa un ruolo di particolare rilievo la poesia sculturata: oltre a scrivere, Giovanna Fileccia crea, infatti, anche opere tridimensionali di poesia sculturata, appunto, un neologismo che lei stessa ha creato nel 2013 per identificare e connotare il singolare approccio che utilizza per unire i versi alla materia.