A 17 anni ridotto in fin di vita da una baby gang

Uno sguardo di troppo o uno sfottò ha scatenato il pestaggio. Calci e pugni quando il ragazzo era già a terra. Massacrato dalla baby gang quando è rimasto solo

Circondato da una banda di bulli e lasciato solo dagli amici, un 17enne della provincia di Taranto è stato pestato a sangue dalla gang rivale. Massacrato di botte davanti a decine di passanti che non sono riusciti a fermare il drammatico pestaggio. Una violenza inaudita: calci e pugni anche quando la vittima è a terra. Il ragazzo è stato trasportato all’ospedale civico Camberlingo ma durante la notte è stato trasferito d’urgenza al Perrino di Brindisi. È accaduto a Francavilla Fontana, nel Brindisino

Il pestaggio dopo qualche sfottò. Quattro contro uno

Le condizioni del ragazzo sono gravi: fratture in varie parti del corpo, trauma cranico e lesione facciale. È accaduto tutto in pochi minuti, forse in seguito a una discussione fra adolescenti, alcuni maggiorenni, incontrati per caso in centro. È sabato. Il ragazzo, assieme a tre amici, decide di passare la serata come migliaia di altri giovani della zona. Da un paese vicino i ragazzi arrivano a Francavilla Fontana, tra Taranto e Brindisi. I quattro incrociano un altro gruppo di ragazzi, anche loro in quattro. Improvvisamente, senza motivo apparente, parte uno sfottò nei confronti dei tarantini. Piovono pesanti insulti. Sbeffeggiati e impauriti, tre di loro si allontanano rapidamente dai bulli per evitare guai. Il 17enne rimane indietro. È solo, e ai quattro non sembra vero. Lo circondano immediatamente e lo pestano a sangue. Quattro contro uno. Il 17enne, travolto dai colpi sferrati con rabbia inaudita, non è in grado di muovere un dito e si accascia al suolo.

La fuga dei picchiatori della baby gang

Poi la fuga dei picchiatori della baby gang per i vicoli bui. Sono le 23,30 quando dalle strade e dai locali zeppi di gente sentono gridare aiuto. Qualcuno avrebbe intravisto la rissa, altri non sono in grado di riconoscere alcuno. Di fatto i carabinieri, intervenuti sul posto per raccogliere più testimonianze possibili, stanno visionando i filmati registrati dalle telecamere di sicurezza per identificare gli aggressori. Motivo del raid punitivo? Uno sguardo di troppo o vecchie ruggini fra bande di paesi vicini. Di fatto l’indagine aperta dalla Procura per lesioni gravi potrebbe trasformarsi in tentato omicidio aggravato, o peggio se il 17enne non dovesse farcela.