Cultura

A Noto la prima edizione di “8 Albe”, rassegna di video arte organizzata da Dimora delle Balze

Una rassegna di video arte con proiezioni serali in una dimore storiche più affascinati della Sicilia orientale. Si terrà nel Giardino d’Inverno di Dimora delle Balze, a Noto, la rassegna “8 Albe“. L’inaugurazione è fissata il 3 agosto 2023, mentre la rassegna si svilupperà tutti i giovedì del mese con proiezioni serali, su appuntamento, fino al 31 agosto.

Quest’anno il titolo della rassegna è condiviso con la mostra presente all’interno della struttura: “Quattro Radici, Appunti su un’idea di parentela”, curata da Carolina Ciuti. L’evento è stato organizzato con la collaborazione di Fondazione In Between Art Film e Collezione Video Arte di Isabelle e Jean Conrad Lemaître.

Per prenotazioni inviare una mail a press@8albe.com. Maggiori informazioni su www.8albe.com.

Tutti i video che verranno proiettati

Anna Dot, Siskin or a Speculative Study on the Possibility of a Language of Plants [Siskin o uno studio speculativo sul linguaggio delle piante], 2018, 10’

Questo progetto nasce dallo studio dell’opera Matrimonio (1920) della pittrice russa Olga Sacharoff e dalla consultazione di un libro di botanica in lingua russa. Presentato in forma di saggio prima e di azione performativa presso il Museu Picasso di Barcellona poi, la ricerca approda infine al formato video. Le immagini sono state generate grazie all’utilizzo di una app di traduzione automatica che l’artista usava per tradurre i testi del libro di botanica. Nell’applicare il dispositivo alle immagini, Dot si rende conto che alcune parole cominciano a manifestarsi sopra le fotografie delle piante raccolte nel libro, quasi come se queste stessero cercando di parlare. L’artista coinvolge, dunque, lo spettatore in questo esercizio di finzione speculativa: e se la piante avessero davvero un linguaggio proprio? E se ci stessero raccontando la storia di un cuore spezzato?

Rachel Rose, Lake Valley, 2016, 8’25’’

Lake Valley è un video di animazione ambientato in un sobborgo immaginario. L’artista segue le tracce di un animale domestico (un coniglio?) mentre cerca attenzioni e di nuove connessioni in un giorno particolarmente solitario. I fotogrammi che compongono il video sono tratti da illustrazioni di libri per bambini del XIX e XX secolo che vengono tagliati, stratificati e rimappati dall’artista per dare vita a un nuovo presente. I luoghi periferici mostrati nel video –una casa, un parcheggio, un parco– risultano a tratti familiari, a tratti sconosciuti. Il video tiene assieme il passato e il presente delle immagini, dando vita a inaspettate trasformazioni alchemiche: un sacco della spazzatura è in realtà l’illustrazione dei capelli di una donna; un guscio d’uovo è un amalgama di pelle di drago, ciottoli e birra.

Bárbara Sánchez Barroso, Botanical Dream [Sogno botanico], 2022, 5’40’’

Il video Botanical Dream forma parte dell’istallazione multicanale The Holobiont That Therefore I Am ed è girato in un giardino botanico. L’opera ci trasporta all’interno di un sogno, senza mai rivelare chi ne sia l’autore. Forse sono proprio le piante del giardino a sognare di oltrepassare le pareti di vetro della serra e trasformarsi in una foresta pluviale?

Bárbara Sánchez Barroso & Maria Marvila, Aiguarir. Després de Surar [Innaffiare dopo il fluttuare], 10’

La collaborazione tra Bárbara Sánchez Barroso e Maria Marvila inizia due anni fa, a seguito di un incendio nelle montagne circostanti il monastero di Sant Pere de Rodes, in Catalogna. In quell’occasione, con il supporto di ARBAR-Centre d’Art i Natura, le due guidano una meditazione collettiva nella Vall de Santa Creu, per propiziare la guarigione della terra bruciata. Un anno e mezzo dopo, nel dicembre del 2022, le artiste si riuniscono nuovamente per dare seguito all’azione iniziata in precedenza. Il video Aiguarir. Després de Surar documenta quindi questa nuova azione: nella montagna in parte ancora arsa dall’incendio, in parte verdeggiante, Sánchez Barroso e Marvila raccolgono il ramo caduto di una quercia da sughero e lo trasportano a piedi verso il mare della località del Maresme. Una volta sulla spiaggia, invitano i partecipanti ad appendere al ramo bruciato dei pensieri scritti su pezzi di carta biodegradabile. La performance collettiva è un’ode alla montagna e un promemoria per la comunità. Il video si ispira alla performance Surar, realizzata nel 2009 dall’artista catalano Perejaume, e la rivisita in chiave comunitaria e femminista.

Bárbara Sánchez Barroso & Adriana Vila Guevara, The Knots We Knot [I nodi che annodiamo], 2022, 8’

Girato su pellicola 16 mm e poi digitalizzato, questo video è il risultato di una ricerca effettuata dalle artiste durante una residenza nella Vall de Santa Creu in Catalogna. L’opera propone una riflessione sui concetti di convivenza e simbiosi, attraverso un linguaggio diretto ma sempre poetico. Le immagini mostrano la natura circostante conservando la trama porosa dell’analogico e sono accompagnate dalla lettura di saggi e poesie di autori vari sul tema della condizione simbiotica tra esseri viventi diversi.

Adriana Vila Guevara, Habitar los silencios [Abitare i silenzi], 3’10’’

Questo lavoro è il risultato di un incarico che l’artista riceve da parte di un duo di musicisti per realizzare il video musicale di Cello Lamento. In quel momento, Guevara è intenta a leggere gli scritti dell’autrice afroamericana e femminista Audre Lorde e a portare avanti un’indagine sulla costruzione e rappresentazione dell’identità, soprattutto in quanto donna sudamericana e migrante. Così il video si trasforma in una ricerca poetica, talvolta affannosa, di tutte le possibilità dell’essere, mentre la macchina da presa cattura la vegetazione circostante, il sole che filtra tra le foglie, il mare ed il suo fluttuare.

Adriana Vila Guevara, The Womb [Il grembo], 3’40’’

In The Womb, la regista Adriana Vila Guevara mette in immagini la musica della cantante Silvia Pérez Cruz, che a sua volta dà voce ai versi di Childless Women della poetessa Sylvia Plath. The Womb tratta dell’utero, della maternità, delle sue difficoltà/impossibilità; ci parla del liquido amniotico, della crisalide, e di un atto creativo che potrebbe essere al tempo stesso un parto o la nascita del mondo. È improbabile che lo spettatore di The Womb lo percepisca, ma l’immagine del cosmo (micro e macro) evocata nel video è realizzata attraverso foglie di timo e di altre piante depositate sopra la pellicola.

Pedro Torres, Enhebra el futuro con el susurro del pasado [Intreccia il futuro con il sussurro del passato], 2021, 15’50’’

Enhebra el futuro con el susurro del pasado [Thread The Future With The Whisper From The Past] è un progetto sulla relazione tra le piante e il tempo. Il progetto –reso possibile grazie a una borsa di ricerca nel campo delle arti visive del Dipartimento di Cultura della Generalitat de Catalunya–, è partito dallo studio delle felci, un organismo (super)vivente che ci riporta a un passato lontano e probabilmente a un futuro lontano. Però è finito per espandersi a tutto il regno vegetale, esplorando il concetto di ‘pensiero vegetale’, di cui ci parlano anche autori come Stefano Mancuso, Michael Marder, Donna Haraway, Emanuele Coccia, Daniel Chamovitz e Lynn Margulis. Il video propone la lettura di un lungo testo poetico mescolato a diversi tipi di immagini legate alle piante: un time-lapse dei movimenti di una pianta, immagini d’archivio, una registrazione di un bioma da laboratorio. Testo e immagini si fondono nei colori, proprio come le piante si fondono con l’ambiente circostante.

Anne Duk Hee Jordan and Pauline Doutreluingne, Brakfesten / La Grande Bouffe [La grande abbuffata], 2022, 28’14’’

Il video propone uno zoom su un ecosistema simbiotico, all’interno di una scultura pubblica nella foresta di Södra Hällarna (Svezia), cresciuta nel corso di diversi mesi. Il progetto fa riferimento al film satirico cult del 1973 La Grande Bouffe [La grande abbuffata], dove un gruppo di amici pianificano di abbuffarsi fino a provocare la loro stessa morte, satira non troppo velata del consumismo e della decadenza della borghesia. Il video di Duk Hee Jordan e Doutreluingne analizza l’area forestale svedese a rischio di estinzione a causa di una malattia delle piante di olmo, che ha condotto gli abitanti all’atto disperato di abbattere tutti gli alberi. Essi giacciono lì come cadaveri infetti; l’ecosistema è totalmente disturbato. Ma più si osservano gli alberi infetti, più si capisce che è l’unico modo per ripristinare il ciclo ecologico. L’installazione Brakfesten / La Grande Bouffe è un buffet per insetti, coleotteri, uccelli e altri organismi. L’intervento è stato concepito per aiutare il terreno incolto a rigenerarsi più velocemente, come una sorta di ritiro per tutti gli organismi viventi che lo abitano, dove tutti possono servirsi e mangiare. A lungo andare potrebbe trasformarsi in una vasta palude o dar vita ad un nuovo bosco: i semi degli alberi cresceranno all’interno dei tronchi spezzati e alla fine l’albero morto sarà integrato nuovamente nel ciclo ecologico.

Cedrick Eymenier, Reflexion Bird [Uccello riflesso], 2007, 5’

Il video ci mostra due passerotti che scoprono il loro riflesso nello specchietto retrovisore di una motocicletta. La macchina da presa è fissa e contempla silenziosamente questa scena. Gli uccellini osservano il loro riflesso e si osservano tra di loro, in un rimando di riverberi che da vita a una piccola comunità pennuta ed incuriosita.

Clare Langan, The Heart of a Tree [Il cuore di un albero], 2020 13’

The Heart of a Tree contempla la centralità degli alberi per la nostra sopravvivenza e del pianeta. Il film è una metafora opportuna di un mondo capovolto a causa del nostro disprezzo per la natura e per il pianeta. Il film è girato in un paesaggio arido e senza alberi, che potrebbe anticipare il futuro della Terra o di un altro pianeta. Gli abitanti sopravvivono in questo ambiente inospitale e li vediamo intenti a raccogliere l’aria,–il nuovo oro–, e a piantare alberi su una spiaggia nera deserta, sperando di ripopolare il pianeta con la loro fonte ossigeno. Il progetto ci ricorda che l’ecologia globale è un delicato atto di equilibrio e che è diventato necessario per gli esseri umani evolversi nel loro ambiente per sopravvivere.

Jonathas de Andrade, Nó na Garganta [Nodo in gola], 2022 38’

Il video è il risultato dell’invito a un gruppo di giovani che lavorano in uno zoo privato a esibirsi in scene di interazione con i serpenti. Le immagini di interazione pacifica tra specie acquistano intensità narrativa attraverso degli zoom che agiscono come attacchi a diverse parti del corpo, rendendo il montaggio vertiginosamente cinestetico. I tagli sempre più agili culminano in scene che documentano recenti disastri ecologici, che sembrano ricordare la disconnessione tra umanità e natura.

Published by
Federica Raccuglia