A Palermo ancora manifesti contro il centrodestra: lo slogan “Forza mafia” ricompare a due giorni dal voto

Il quarto episodio ad opera del collettivo Off-line corporation

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Ancora manifesti contro il centrodestra a Palermo: il quarto episodio si colloca a brevissima distanza dalla chiamata alle urne che porterà i Palermitani, nella giornata di domenica 12, ad eleggere il nuovo sindaco e i rappresentati in Consiglio comunale e alle Circoscrizioni.

Lo slogan “Forza mafia”, ricreato sul logo di Forza Italia, torna a campeggiare in centro storico. Un manifesto fa riferimento al recente arresto di Pietro Polizzi, candidato a consigliere comunale del partito.

“Polizzi arrestato per mafia? Noi di Off-line corporation conosciamo i nostri polli”: così si legge a corredo dell’immagine di una donna con un passamontagna che mostra due polli col bollino “Forza mafia”. Off-line corporation è, invece, il nome del collettivo responsabile di questa vera e propria campagna di affissioni che da settimane interessa il capoluogo. Un manifesto che ricorda vecchi spot pubblicitari e che non è l’unico ad aver fatto la sua comparsa stamani.

Un altro rappresenta infatti un particolare “ritratto di famiglia”: Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri tengono in braccio il candidato sindaco Roberto Lagalla. Questi è rappresentato con le fattezze di un neonato, con tanto di ciuccio in bocca. Lo slogan lascia spazio all’interpretazione: “La famiglia di casa nostra” o “La famiglia di Cosa Nostra”? La vocale è volutamente ambigua. “Vota con la testa, vota con il cuore”, proseguono gli autori del manifesto.

Nessuna ironia e zero ambiguità, invece, nel terzo esemplare. In bianco e nero la foto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino si contrappone a quella, ancora, di Cuffaro e Dell’Utri. Spicca in rosso lo slogan: “Noi contro voi”. E in basso un nuovo invito al lettore: “Da che parte stai?”.

Manifesti contro il centrodestra a Palermo: i precedenti episodi

Insomma, Offline corporation non le manda di certo a dire. Nelle scorse settimane il centro di Palermo si è svegliato più volte tappezzato di eloquenti manifesti.

I primi furono quelli con le rielaborazioni dei loghi di Forza Italia come “Forza mafia” e DC come “Democrazia Collusa”. “Make mafia great again”, ovvero “Facciamo tornare grande la mafia”, recitava il manifesto con il logo DC.

Dopo qualche giorno un nuovo slogan provocatorio: “Quando vai a votare ricordati chi è Stato”. La frase era su una serie di manifesti rappresentanti una Fiat 126, modello che il 19 luglio 1992 fu imbottito di tritolo ed esplose in via D’Amelio. In calce la storia di quell’indagine che portò all’iscrizione nel registro degli indagati di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. Nel 2014 l’ex Senatore di Forza Italia, proprio per questa vicenda, venne condannato a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.

E poi un altro finto manifesto elettorale con la foto dello stalliere di Arcore Vittorio Mangano, definito da Paolo Borsellino una delle teste di ponte dell’organizzazione mafiosa del Nord Italia; l’uomo chiave che portò Berlusconi e Dell’Utri ad essere indagati come mandanti delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. In alto la scritta “Per una Palermo finalmente libera dalla magistratura vota Vittorio Mangano” e l’immancabile simbolo “Forza mafia”.

Infine, qualche giorno fa l’immagine di un sorridente Totò Riina che mostrava approvazione a FI facendo il segno del cuore con le mani. Ad accompagnare questo manifesto un altro esemplare che, con lo stile delle vecchie pubblicità, sponsorizzava “Dcxan”, il detersivo che “rimuove le macchie più ostinate della tua fedina penale e fa sbiancare gli elettori”.

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