Pronto soccorso intasati a Palermo: per i non Covid attesa di 3 giorni in ambulanza

Nei Pronto soccorso tre giorni in astanteria per effetto della ripartizione dei posti decisa dalla Regione. Accordo con la cliniche private. Il primario: «Il problema non si risolve così»

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Dopo la ripartizione dei posti letto fra reparti Covid e ordinari decisa dalla Regione, nei grandi centri urbani siciliani i Pronto soccorso sono al collasso. A Palermo, Catania e Messina può anche accadere che i pazienti non positivi restino a lungo nei Pronto soccorso in attesa di un ricovero. Con i loro familiari invece restano fuori dalle aree di emergenza, all’aperto sotto il sole o magari sotto un tendoni. Le situazioni più incresciose si sono registrate a Palermo.

BOMBA AD OROLOGERIA

All’aumento delle ospedalizzazioni per Coronavirus, e la conseguente necessità di reperire posti letto Covid per mantenere i livelli sotto soglia si è sommato il contemporaneo aumento degli accessi ai pronto soccorso di pazienti no Covid, che ormai sono tornati ai livelli precedenti alla pandemia. Praticamente una bomba ad orologeria. Per disinnescarla, come scrive Repubblica, l’Asp di Palermo spera nell’aiuto della sanità privata. Per questo il 12 agosto il direttore generale dell’Asp Daniela Faraoni ha firmato un protocollo d’intesa con il presidente della sezione palermitana dell’Associazione italiana ospedalità privata Luigi Triolo, che consente alle cliniche private di ricevere parte dei pazienti dei pronto soccorso pubblici.

I TERMINI DELL’ACCORDO

È stato deciso che le prestazioni verranno pagate con extra budget rispetto a quelli assegnati alle singole strutture, ma soprattutto senza controllo da parte degli ispettori dell’Asp sui criteri di ricuperabilità del paziente. Massimo Geraci, primario del pronto soccorso dell’ospedale Civico di Palermo in proposito ha detto: «Potrebbe essere una boccata d’ossigeno a patto che la risposta della sanità privata sia efficace e completa. Ma in ogni caso non risolverà il problema. Era fondamentale raggiungere 1’80 per cento di vaccinazioni per evitare l’aumento di ospedalizzazioni da Covid e lasciare dunque i posti letto ai pazienti normali. I risultati della campagna di vaccinazione sono chiari: la Sicilia è ultima e una delle conseguenze sono i pronto soccorso in grave difficoltà».

SITUAZIONI GRAVI A VILLA SOFIA

A Villa Sofia le situazioni più gravi. Ci sono state anche dieci ambulanze ferme per ore nel piazzale, in attesa di riavere la barella del loro mezzo. Questo perché all’interno c’era il tutto esaurito, con pazienti in attesa da tre giorni di essere ricoverati. Il fatto è che al Pronto soccorso di Villa Sofia arrivano pazienti dalla zona ovest della città e in parte dai comuni della provincia lato Trapani. Infatti l’ospedale Cervello è ormai stabilmente struttura Covid, e Partinico al 50 per cento. Al Civico, invece, i parenti stanno sotto una tenda in mezzo alla strada a causa dei lavori di ristrutturazione, ed al al Policlinico la fila di persone all’accettazione arriva fino alla strada.

SITUAZIONE DI EMERGENZA

Su questa emergenza, che riguarda tutti i palermitani, Angelo Collodoro, del sindacato Cimo, ha sottolineato: «La Regione continua a non affrontare un problema che è strutturale. Dove sono le 9mila assunzioni sbandierate dagli ultimi tre governi? E dov’è la rete territoriale fondamentale per evita-re i moltissimi accessi impropri ai pronto soccorso? Le stesse criticità del sistema siciliano c’erano anche in tempo di pace, ora in tempo di guerra al Covid si sono solo amplificate».