A scuola contagi sotto il 5%, Regione: “Si torna in classe in presenza”

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Si può tornare a scuola in presenza. A confermarlo è la Regione presentando i dati del monitoraggio effettuato dall’Ufficio scolastico regionale sui casi Covid negli istituti scolastici della Sicilia. Gli alunni assenti per positività non superano il 5%. L’Usr comunica di avere censito 706 istituzioni scolastiche, pari all’86% del totale. Alla luce di questi dati il governo Musumeci conferma quindi l’intenzione di favorire la ripresa delle attività in presenza.

Scuola, Regione: “Si può tornare in presenza”

Ad affermarlo è l’assessore regionale all’Istruzione Roberto Lagalla.”Dopo il comprensibile differimento dell’avvio post-natalizio delle lezioni in presenza e alla luce delle nuove disposizioni nazionali, il governo della Regione ha ritenuto di riprendere le lezioni in presenza. Si riserva alla Dad una funzione complementare, da adottare in definite situazioni di effettiva e documentata necessità. La finalità è quella di ridurre le diseguaglianze e migliorare gli standard formativi”.

Una posizione condivisa anche dall’Ufficio scolastico regionale. “Ribadiamo l’importanza della scuola in presenza, al fine di garantire un percorso equilibrato di crescita a ogni alunno”, dichiara il direttore generale dell’Usr, Stefano Suraniti.

Più vaccini e screening

Aggiunge Lagalla: “Si provvede a tutelare la salute degli studenti e a rassicurare le famiglie, anche attraverso una diffusa azione di potenziamento delle vaccinazioni e del monitoraggio sanitario della popolazione scolastica. È particolarmente vivo in ciascuno di noi il senso di profonda responsabilità a garanzia della salute e del diritto allo studio. Ma anche la consapevolezza che le scelte, al momento adottate, sono compatibili con l’emergenza in corso”.

Le critiche ai sindaci

Lagalla critica i sindaci che hanno emanato ordinanze di chiusure delle scuole nei territori di loro competenza. Dai dati dell’Usr emerge che su 391 Comuni della Sicilia, 161 hanno sospeso le lezioni in presenza. Tra le 548 scuole chiuse, 513 (434.237 studenti) hanno attivato la didattica a distanza, mentre 35 (28.912 alunni) non hanno svolto lezioni.
“Se da qualche parte si parla di confusione, questa non è certamente ascrivibile all’istituzione regionale, quanto a difformi comportamenti sul territorio. I sindaci hanno ben ragione a intervenire conformemente alla legge in caso di documentato e straordinario pericolo. Ma evidentemente non ricorre, al momento, un così evidente pericolo. Assistiamo infatti, in questi giorni, a segnalazioni dei Prefetti e provvedimenti della magistratura amministrativa che, in alcuni casi, hanno sollevato evidenti dubbi sulla legittimità dei provvedimenti adottati in sede locale. Forse talvolta viziati da eccesso di zelo e malcelata ansia di protagonismo”.