Calcio

AAA, fantasisti cercasi a Palermo: ma il mercato offre davvero poco

Il recente exploit di Soleri, in casa Palermo, ha portato ad alcune riflessioni circa la possibilità di cambiare l’attuale modulo di gioco adottato da Corini. A rafforzare quest’idea anche il rendimento altalenante, e al di sotto delle aspettative, dei due esterni d’attacco titolari: Insigne e Di Francesco. Ecco dunque che il 4-3-3 proposto con insistenza dal tecnico di Bagnolo Mella potrebbe trasformarsi in un più congeniale 4-3-1-2. Un modulo che darebbe finalmente modo di veder giocare insieme la coppia Brunori-Soleri, supportata dall’impiego di un classico trequartista, capace di accendere con le sue giocate e la sua fantasia la vena realizzativa dei due arieti rosanero. 

Proprio qui vengono però i nodi al pettine. Attualmente in organico l’unico giocatore capace di poter ricoprire quella posizione è il giovane serbo Vasic, fin qui scarsamente considerato da Corini ed ancora abbastanza acerbo. Il mercato di riparazione, tutt’ora aperto, consentirebbe teoricamente alla società di poter intervenire in tal senso con l’innesto di un calciatore più maturo, ed avvezzo a misurarsi con le motivate esigenze di una piazza che rappresenta la quinta città d’Italia. E qui nasce spontanea, come diceva il noto giornalista e conduttore Antonio Lubrano, una domanda: “Che fine hanno fatto i fantasisti di una volta?”

L’involuzione del calcio italiano

Tornando indietro nel passato, ma nemmeno troppo, è facile constatare che il campionato italiano era costellato di talenti sopraffini: senza scomodare il più grande di tutti, il compianto Diego Armando Maradona, basti pensare ai vari Baggio, Del Piero, Zola, Totti, Zidane; per poi passare ai Cassano, Giovinco e Miccoli (che a Palermo abbiamo avuto il privilegio di ammirare). Sono solo alcuni dei fuoriclasse che da soli valevano il costo del biglietto speso per accedere allo stadio. Una “razza” in via d’estinzione a quanto pare, se vengono presi in esame gli attuali organici delle formazioni di A e di B. Il calcio italiano si è decisamente involuto e, a darne conferma, sono anche i risultati deludenti della nostra Nazionale, un tempo fucina di stelle. Lo spettacolo ha lasciato via via spazio (fin troppo a volte) al tatticismo, che ha spento l’entusiasmo e la gioia dei tifosi nel vedere la vera essenza del calcio esplodere nei piedi fatati di calciatori eccezionali, simbolo di un calcio che non c’è più. 

 

Fonte Immagine: BBC

 

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Alessandro Saeli