Abbiamo sbagliato, dobbiamo pagare: assegno da 400.000 euro da Poste Italiane | La vicenda è finita in tribunale
Poste Italiane ammette un errore clamoroso e, dopo essere stata in Tribunale, è stata costretta a sganciare un assegno di ben 400 mila euro.
L’azienda, tra le più longeve in Italia, offre ai cittadini numerosi servizi. È longeva perché è nata alla fine del 1800 e, tutt’ora, risulta essere un punto di riferimento per tantissimi italiani che si affidano ed affidano ad essa i loro risparmi ed i loro investimenti. Si tratta di un’azienda in rapida e costante crescita.
Come ben sapete, infatti, ha ampliato il parco delle sue proposte con finanziamenti, mutui che potremmo definire super convenienti. Inoltre, poi, ha esteso i suoi affari nel settore telefonico offrendo agli utenti tantissime offerte di rete fissa e di rete mobile. Infine, non è da dimenticare il settore energetico.
Anche per quanto riguarda il welfare ha compiuto passi da gigante. È notizia di pochissimi giorni fa l’accordo raggiunto con i sindacati per quanto riguarda la settimana corta di quattro giorni su sette, degli aumenti mensili degli stipendi dei dipendenti e delle nuovissime assunzioni. Queste vanno ad aggiungersi ad altri benefit.
Purtroppo, però, come spesso accade in qualsiasi contesto o settore, non ci sono soltanto belle notizie. Ebbene sì, avete capito benissimo e ciò di cui vogliamo informarvi va proprio in questo senso. Poste Italiane ha ammesso di aver sbagliato e deve pagare per quello che ha fatto. Lo ha deciso il Tribunale: mega risarcimento in arrivo.
Poste Italiane costretta a pagare: deve staccare un assegno enorme
L’assegno, come risarcimento, è di ben 400 mila euro. La vicenda si è conclusa nel migliore dei modi, per il lavoratore che ha intentato una causa contro questa azienda, dopo un calvario durato ben 14 anni. Ebbene sì, avete capito benissimo, la vicenda risale al 2010. Tutto è iniziato con il licenziamento di alcuni dipendenti da parte di una Cooperativa che lavorava per Poste Italiane.
Questi si sono rivolti ad un sindacato ed hanno fatto causa. Dopo ben 5 anni è stata emessa una sentenza in favore dei dipendenti che sarebbero dovuti essere assunti nuovamente ed avrebbero avuto diritto ad un risarcimento. I ricorsi, poi, non hanno avuto l’effetto sperato dato che i dipendenti che hanno intentato causa hanno avuto sempre ragione. Per uno solo, però, non è andata nel verso giusto, almeno fino ad ora.
Per Poste Italiane uno di questi dipendenti non andava riassunto
Quando il Tribunale ordinò a Poste Italiane la riassunzione dei dipendenti che avevano intentato causa contro di loro, per uno di questi dipendenti era giunto il momento del pensionamento. Per tale motivo, Poste Italiane non volle reclutarlo nuovamente tra le sue fila e, così, il sindacato, la Cgil, decise di opporsi e di intentare una nuova causa.
Dopo diversi anni, ecco la sorpresa. Il Tribunale di Padova ha stabilito proprio in questi giorni, con una sentenza, che il lavoratore in questione avesse diritto ad un risarcimento di ben 300 mila euro, ai quali devono sommarsi tutte le competenze spettanti dal 2010 fino al 2022, anno del pensionamento. In questo modo, Poste Italiane dovrà staccare un assegno di circa 400 mila euro. Una enorme soddisfazione per il dipendente che ha visto riconosciuti tutti i suoi diritti.