Aborto, M5s: “In Sicilia pochi medici disponibili, si corra ai ripari”

La deputata regionale M5s, Stefania Campo, solleva la questione dell’aborto in Sicilia. “Pochi medici disponibili, La Regione corra ai ripari”

stefania campo su aborto

Pochi medici in Sicilia disponibili a praticare l’aborto volontario. A sollevare la questione è la deputata regionale di M5s, Stefania Campo, che ha scritto all’assessore alla Salute Ruggero Razza. Inaccettabile che le donne in Sicilia non siano libere di decidere di abortire nelle strutture pubbliche. O, peggio, siano costrette a ricorrere, a pagamento, alle cliniche private o, perfino, all’aborto clandestino. Perché nella nostra Isola sono troppi i medici che si rifiutano di praticare l’interruzione volontaria di gravidanza”. Lo dichiara la deputata regionale.

Interrogazione all’Ars

Secondo quanto riporta Campo, sarebbero 5 su 6 infatti i medici obiettori in Sicilia. “Un dato che evidentemente finisce per sabotare la legge 194 del 78 sull’aborto. Che così resta spesso sulla carta”, denuncia. La parlamentare ha anche presentato un’interrogazione all’Ars per capire quali siano le intenzioni del governo regionale per trovare una risposta al problema. Chiesta la convocazione in commissione Salute di palazzo dei Normanni dello stesso Razza e di rappresentanti delle Asp. Campo ha richiesto anche la convocazione in audizione delle associazioni “Donne in cammino”, “Adesso Basta” di Ragusa e del comitato “Esistono i diritti” di Palermo.

“Non si tratta – dice Stefania Campo – di essere d’accordo o meno all’interruzione di gravidanza. Perché è chiaro che la scelta di interrompere una gravidanza è sempre un passaggio dolorosissimo per chiunque. Quando invece si decide di proseguire la gravidanza fino alla nascita, ciò non può che rappresentare una letizia per tutti. Però, ognuna di noi deve essere libera di decidere secondo coscienza. Ci sono difatti circostanze in cui tante donne non hanno alternative. Si tratta di ‘scelte’ che non possono essere giudicate o condannate dall’esterno. A queste donne va solo garantita la corretta applicazione della Legge 194”.

“Non è possibile che in Sicilia il diritto alla salute delle donne, sancito da una legge dello Stato, venga ancora osteggiato nelle strutture pubbliche, a causa dei tantissimi medici ‘obiettori. È ora di prendere provvedimenti. Il servizio pubblico della Regione Siciliana deve arrivare a garantire la presenza di medici non obiettori in ogni struttura ospedaliera. Si deve cioè fare in modo che la Legge 194 venga applicata concretamente. Senza giudizi e senza pregiudizi”.