Acquisti gonfiati al Civico: processo per l’ex primario e altri quattro

II Gup Lido Conti ha deciso di mandare a processo l’ex primario del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale Civico, Natale Francaviglia, 70 anni, assieme al caposala Santo Montemurro, l’infermiere in pensione Michele Bruno e Gianmarco Randazzo, direttore della società Servizi Medicali. Oltre a Francesco Tarallo, agente di commercio della stessa azienda.

Come si legge nel Giornale di Sicilia l’accusa è di falso per l’acquisto di materiale medico in quantità superiore a quello effettivamente utilizzato e impiantato sui pazienti. Secondo l’accusa il medico, che era finito ai domiciliari a causa dell’inchiesta, avrebbe manomesso assieme al suo staff i documenti e i registri di carico e scarico del «materiale protesico» che era impiegato negli interventi di chirurgia cranica e della colonna vertebrale.

Il primario avrebbe dichiarato il falso sull’uso dei dispositivi medici usati

In pratica l’uso dei dispositivi medici sarebbe stato dichiarato in un numero più elevato rispetto a quello realmente adoperato durante le operazione. Il Gip nell’ordine di custodia aveva sottolineato che,  in sostanza, tutto passava dalla «formazione di falsi verbali cartacei di impianto sottoscritti dal direttore, poi sostituiti dalle comunicazioni informatizzate di impianto, a firma digitalizzata dall’operatore». A guadagnarci, sempre secondo l’ipotesi d’accusa, era appunto la Servizi Medicali, aggiudicataria della gara d’appalto per la fornitura dei materiali. 

Natale Francaviglia, assistito dall’avvocato Enrico Sanseverino, si era difeso sostenendo di essere del tutto estraneo alla compilazione degli elenchi dei materiali impiantati.  Visto che era una mansione riservata al personale infermieristico e comunque gli acquisti non riguardavano solo i suoi interventi ma anche quelli degli altri medici.  Per cui non era a conoscenza dell’esatto numero di placche e viti che servivano. Questa tesi, però, non ha convinto il giudice. Così l’ex primario, i due collaboratori e i collaboratori della Servizi Medicali vanno a giudizio.

Foto archivio

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Redazione PL