Addio al reddito, arriva ‘Mia’: come funziona e quanti soldi si potranno ricevere

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La Misura di inclusione attiva, o Mia, potrebbe essere il nuovo sussidio che andrà a sostituire il reddito di cittadinanza. Secondo indiscrezioni pubblicate dal Corriere della Sera, la ministra del Lavoro Marina Calderone vorrebbe avviare la progettazione già entro il mese di marzo.

Potrebbe essere rivolta agli ‘non occupabili’ e agli ‘occupabili’, che da agosto 2023 non avranno più accesso al reddito di cittadinanza. Inoltre il nuovo sussidio avrà un importo variabile a seconda delle condizioni lavorative e della composizione del nucleo familiare. Sarà comunque più basso del reddito di cittadinanza. 

I requisiti per ricevere la Misura di inclusione attiva

I beneficiari della Mia dovrebbero essere divisi in due gruppi. Da una parte le famiglie con persone ‘occupabili’ al loro interno, cioè i cui membri hanno tra i 18 e i 60 anni e non hanno disabilità. Dall’altra, le famiglie non occupabili, cioè quelle in cui almeno una persona ha meno di 18 anni, più di 60 anni o ha una disabilità.

A quanto si apprende dalle indiscrezioni, il tetto Isee per avere accesso alla Mia dovrebbe scendere decisamente: dai 9.360 euro, richiesti per il reddito di cittadinanza nelle famiglie composte da una sola persona, a una nuova soglia di circa 7.200 euro. 

Mia, quanto saranno gli importi

Sempre secondo indiscrezioni non ufficiali, l’importo base della Mia per una famiglia composta da una sola persona non occupabile resterà di 500 euro al mese, come con il reddito di cittadinanza. Potrebbe variare, invece, la quantità extra riconosciuta a chi deve pagare un affitto, che con il reddito arriva fino a 280 euro al mese.

Nella nuova Mia, invece, potrebbe essere ridotta, variando in base a quanto è numerosa la famiglia che la riceve. L‘assegno dovrebbe durare per 18 mesi, proprio come il reddito di cittadinanza. Per le famiglie occupabili, invece, sembra che l’importo di base sarà ridotto a 375 euro al mese. Questa, almeno, è l’ipotesi su cui stanno lavorando i tecnici del ministero. La durata dovrebbe essere ridotta: da 18 a 12 mesi, nel quale cercare un’occupazione.

Quanto tempo dura la Misura di inclusione attiva?

Secondo quanto riportato, è probabile che per il rinnovo della Mia si applicherà il cosiddetto decalage, cioè un meccanismo ‘a calare’. Le famiglie non occupabili dopo la prima volta – della durata di 18 mesi – potranno richiedere la Mia per un massimo di 12 mesi. Tra la fine degli assegni e la nuova richiesta, come accade ora, dovrà passare almeno un mese.

Molto più stringenti le regole per gli occupabili: la Mia avrà prima una durata di 12 mesi, poi si potrà chiedere un’altra volta per 6 mesi. Per chiedere un altra volta in sussidio, poi, bisognerà aspettare almeno un anno e mezzo. Una stretta chiaramente pensata per rendere impossibile il sostentamento con la sola misura di inclusione attiva.

Nelle intenzioni del governo, le persone considerate occupabili dovranno trovarsi un lavoro nel periodo in cui hanno la Mia come sostegno, e dopo 18 mesi (12+6), trovata o no un’occupazione, non avranno più accesso all’assegno per un anno e mezzo.

Come funzionerà la ricerca di lavoro per gli occupabili che prendono la Mia

La Mia sarà erogata solo dopo controlli sul reddito della famiglia, il suo patrimonio e gli altri requisiti necessari. L’idea è che tutti i controlli, sia prima di erogare l’assegno sia dopo, diventino più stringenti. Dopodiché, le famiglie senza occupabili saranno prese in carico dai Comuni, che organizzeranno dei percorsi di inclusione sociale.

Per le famiglie con occupabili, invece, inizierà il percorso di formazione lavorativa e collocamento. Dovrebbe nascere una piattaforma unica nazionale, coordinata dal ministero del Lavoro, a cui sarà obbligatorio iscriversi. Per perdere la Mia basterà rifiutare una sola offerta congrua di lavoro.