Aereo caduto a Milano, le ultime parole del pilota: “Piccola deviazione”

A far chiarezza sull’accaduto saranno le indagini dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo e l’analisi della scatola nera. Nella tragedia hanno perso la vita tutti e otto i passeggeri del velivolo.

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E’ giallo sugli ultimi minuti di vita a bordo dell’aereo privato YR-PDV, precipitato a San Donato Milanese nel pomeriggio di domenica 3 ottobre. Nell’ultimo contatto con il Centro di controllo di Linate, il pilota del velivolo avrebbe affermato di aver effettuato una “little variation” a causa del maltempo; richiesto dunque un “vettore”, ossia uno spazio per rientrare. Da quel momento, l’aereo è sparito dai radar per precipitare in picchiata contro un edificio in costruzione.

La deviazione anomala

A tre minuti dal decollo da Linate, l’aereo avrebbe dovuto raggiungere una quota standard di 5mila piedi. Tuttavia, alle 13:04:08, dopo il decollo, il mezzo si è diretto verso Nord, passando sopra l’Idroscalo di Milano, per poi virare a Sud dell’aeroporto. La prima deviazione anomala si registra al di sopra di Metanopoli, frazione di San Donato Milanese.

Alle 13:07:40 l’aereo è a 293 chilometri orari e a 1.631 metri di quota. Due secondi dopo scende a quota 1.615 metri; la velocità sale a 303 chilometri orari circa.

La sala radar davanti alla prima anomalia ha subito contattato il pilota, che ha risposto, appunto, di aver effettuato la piccola deviazione. Poi la richiesta di spazio e coordinate per rientrare all’aeroporto di Linate.

Le indagini

A dover fare chiarezza sull’accaduto le indagini dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo e l’analisi della scatola nera. Non si escludono le ipotesi di un malore del pilota o di disorientamento in mezzo alle nuvole. Uno dei tecnici dell’Enav ha, inoltre, avanzato l’idea di uno stallo del motore sulla base dei filmati delle telecamere di sorveglianza della zona. Queste hanno infatti immortalato il terribile schianto: il velivolo precipita ad altissima velocità e ha il muso a 90 gradi. Dalle immagini, che saranno analizzate dalla polizia scientifica, non risulta il motore in fiamme di cui parlano diversi testimoni oculari della tragedia.

Le vittime a bordo dell’aereo

Nel tragico schianto hanno perso la vita tutti e otto i passeggeri dell’aereo privato, che era diretto a Olbia. Proprietario e pilota del mezzo era Dan Petrescu, magnate con doppia cittadinanza rumena e tedesca. Tra i principali investitori nel settore immobiliare in Romania, l’uomo è morto insieme alla moglie e al figlio.

Distrutta anche un’altra famiglia: a bordo dell’aereo c’era, infatti, il manager pavese Filippo Nascimbene, il figlio di poco più di un anno, la moglie e la suocera. L’ottava vittima è, infine, Julien Brossard, amico canadese di Dan Stefan Petrescu.

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