Si chiama A.F.A.P. Associazione Famiglie Affidatarie Palermo ed è un’associazione nata a Palermo nel mese di marzo del 2012, dall’idea di un gruppo di genitori affidatari con l’intento di promuovere l’affidamento familiare come soluzione alla necessità ed al diritto dei troppi bambini che vivono nelle comunità ad avere una famiglia che si prenda cura di loro: anche la migliore delle case-famiglia non può dare al bambino l’amore, le attenzioni ed il calore di cui necessitano i minori per evitare di diventare adolescenti problematici e adulti incapaci di relazioni affettive e sociali sane.

L’affido è la più generosa forma di genitorialità dove l’unico scopo è dare amore e non presenta limiti “coniugali”: è un istituto aperto infatti a qualsiasi tipo di famiglia, sposati, divorziati, single, conviventi, coppie di fatto. Questi bambini chiedono il calore di un abbraccio che lenisca e consoli il dolore di un maltrattamento o di un abuso; dell’incuria o della incapacità genitoriale a cui sono abituati perché quella è l’unica realtà che conoscono e spesso l’affido è l’unica risposta al loro bisogno e al loro diritto di crescere accuditi dall’amore e dalle attenzioni costanti di una famiglia.

L’Afap si propone quindi di permettere al maggior numero possibile dei bambini meno fortunati, quelli che non hanno la possibilità di crescere nella propria famiglia, di trovare una valida alternativa in un’altra famiglia che possa dar loro quello che il destino gli ha negato.

DIFFERENZA TRA AFFIDAMENTO E ADOZIONE

“È necessario distinguere innanzitutto tra affidamento familiare e adozione– sottolinea Adriana De Trovato, presidentessa dell’Afap a Palermolive – Infatti nel caso dell’adozione il bambino, la cui famiglia di origine ha perso la potestà genitoriale, viene inserito nello stato di famiglia ed è un figlio a tutti gli effetti parificato ai figli naturali. Per l’affido non è cosi: l’idea di base è il collegamento con una famiglia di origine in difficoltà, ma che non ha perso la potestà genitoriale. L’affidamento familiare ha in tal senso lo scopo di creare una famiglia d’appoggio che fornisca una stabilità economico-affettiva”

RAPPORTO DI COLLABORAZIONE TRA GENITORI BIOLOGICI E FAMIGLIA AFFIDATARIA

Lo scopo dell’affido non è quello di mettere in competizione la famiglia “cattiva” (quella d’origine) e la famiglia “buona” (quella affidataria), ma quello di far vivere il bambino in una rete relazionale di aiuto per sé e la sua famiglia. Non è sufficiente che la famiglia affidataria sia solidale con il minore ma deve essere informata, formata e sostenuta ad intraprendere un percorso con il minore. “Si deve mantenere un rapporto tra i genitori biologici e quelli affidatari, per cui la gente molte volte ha paura. Si crea una sorta di collaborazione, ma non c’è mai uno scambio di visite, o un’interferenza nelle vite dei bambini, ci sono degli incontri che vengono effettuati in uno spazio neutro – un ufficio del Comune – e quindi sono incontri assolutamente vigilati”.

Come funziona il dopo-affido?
“Se il progetto d’affido è stato ben pianificato e seguito in tutte le sue fasi, il dopo-affido – commenta la presidentessa dell’Afap – prevede il rientro del minore nella famiglia biologica, ma gli affidatari che sono riusciti a creare un rapporto di collaborazione con la famiglia d’origine, restano comunque punti di riferimento importanti per i minori anche con l’approvazione della stessa famiglia biologica. Se, invece, i genitori biologici non sono ancora in grado di poter gestire il figlio, continua l’affidamento”

L’Afap, a partire da fine settembre ripeterà l’esperienza dei salotti virtuali nei quali sarà possibile conoscere l’esperienza di alcuni affidatari, porre domande a chi è stato in affido, ad una assistente sociale e ad una mamma biologica, per arrivare, eventualmente, all’affido con maggiore consapevolezza. È possibile trovare maggiori informazioni ed iscriversi ai salotti informativi sulla pagina Facebook dell’A.F.A.P. Associazione Famiglie Affidatarie Palermo Onlus o chiamando ai numeri 3402718286 e 3288434133.

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