Aggredita e derubata in piazza Magione, il racconto della vittima: “Non mi sento più sicura nella mia città”

Il racconto di una giovane donna, affidato ai social network: derubata di portafogli, cellulare, chiavi di casa e auto, ha riportato un trauma cranico e la frattura del setto nasale

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Foto di Giuseppe Alberto Martorana

Aggredita nel parcheggio di piazza Magione, a Palermo, con un colpo alla testa mentre stava per salire sulla propria auto. È quanto accaduto ad una giovane donna lo scorso weekend, intorno alle 23:30. Un episodio il cui racconto è stato condiviso sui social, anche all’interno del gruppo Facebook “Residenti del Centro Storico di Palermo”, sollevando considerazioni sulla sicurezza nel capoluogo.

La vittima, C. M., dopo essere stata derubata di auto, cellulare, portafogli e chiavi di casa, ha infatti sporto denuncia. Le forze dell’ordine, tuttavia, avrebbero spiegato che le telecamere posizionate in prossimità dei luoghi teatro dell’episodio sono utili solo ai fini della Ztl. Riprendono infatti le targhe delle vetture, ma non possono riprendere il suolo pubblico.

Aggredita e derubata in piazza Magione, il racconto

“Sabato 16 luglio di notte, intorno alle 23:30 mi recavo in direzione del parcheggio di piazza Magione, dove avevo parcheggiato la mia auto, una Polo wolksvagen grigio argento targata GA575CT. Ricordo di aver preso il telecomando per aprire l’auto. Poi il nulla“. Così inizia il racconto della giovane donna.

“Dopo qualche ora mi risvegliavo e mi recavo sotto shock in direzione di piazza Marina dove venivo soccorsa dai titolari della Bodeguita del Mojito, locale all’incrocio tra corso Vittorio Emanuele e via Chiavettieri. Ero in stato confusionale. Con me avevo solo la borsa da cui erano stati presi portafogli, chiavi di casa, chiavi dell’auto. Hanno portato via la mia auto e prima ancora il mio cellulare. Mi hanno colpita alla testa mentre aprivo la macchina, questo tra i pochi ricordi. Poi sarò caduta di faccia perché oltre al trauma cranico è stato riscontrata la frattura del setto nasale, prima al pronto soccorso dell’ospedale Ingrassia e poi presso il reparto di otorinolaringoiatria dell’ospedale Civico”.

“Privata di ogni cosa”

Ai danni fisici si uniscono quelli psicologici. “Ho fatto denuncia dell’accaduto presso la caserma dei carabinieri di Mezzo Monreale e poi presso quella di piazza Marina – racconta C. M. -. Sono stata privata di ogni cosa da questa aggressione: della “sicurezza” del camminare da sola nella mia città a 36 anni, dell’indipendenza, dato che non ho più macchina né carta d’identità né patente. Di serenità, visto che non riesco più a venire abbracciata e ogni volta che sento la porta della scala che sbatte salto in aria. Non riesco a farmi abbracciare neppure da mia madre”.

“Quello che mi fa rabbia, tra le tante cose è che entrambe le stazioni dei Carabinieri, quando ho chiesto dei filmati delle telecamere di piazza Magione o dei locali che ho attraversato a piedi mi hanno detto che le telecamere riprendono solo le targhe per la Ztl e i locali per legge non possono riprendere il suolo pubblico“.

“Questo significa che siamo soli – ragiona la donna -.  Che alla nostra sicurezza è anteposta la sorveglianza delle auto in ingresso nel centro storico. Vuol dire forse che il bene “ambientale” o “comunale” precede la salute del cittadino che comunque ne paga le spese? In tutti i sensi. Mi rivolgo a voi sperando darete un senso a ciò che è accaduto e magari, quello che mi è successo servirà a chi, come me, si sentiva al sicuro nella propria città, in un un weekend qualsiasi, d’estate, nel 2022. Grazie”.

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