Aggressione alla clinica Zancla, Amato: “Emergenza sottovalutata”

Richiesto incontro al Prefetto di Palermo al fine di valutare, insieme ai rappresentati di categoria, interventi concreti che possano arginare il fenomeno.

aggressione

A seguito dell’aggressione verificatasi, domenica 31 ottobre, alla Casa di cura Triolo Zancla, il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, Toti Amato, come membro della Federazione nazionale Fnomceo, ha chiesto un incontro urgente al Prefetto. Lo scopo è quello di valutare insieme ai rappresentati di categoria interventi concreti che possano frenare un fenomeno che “non è più degno di un Paese civile”.

“Trovare le soluzioni per frenare le violenze che accadono in tutte le aree di primo soccorso, dagli ospedali alle guardie mediche, è un’emergenza che si continua a sottovalutare. Ogni insulto, minaccia o violenza è un fatto gravissimo, puntualmente denunciato dai 106 ordini dei medici italiani; ma ci sono altrettanti casi meno eclatanti che segnalano un atto di violenza ogni tre giorni contro i professionisti della sanità. Non possono e non devono più passare inosservati”. Così ha dichiarato Toti Amato, in una nota.

“Trovare mezzi e risorse”

“Se ne parla da anni, è stata attivata una legge, le parole di solidarietà e di condanna si sprecano, ma ci si ricorda solo dopo l’ultima aggressione”, continua Amato. “Per restituire sicurezza e serenità a chi si spende ogni giorno per la salute di tutti servono azioni dure, vigilanza e misure di controllo“.

L’Omceo di Palermo, insieme a tutti gli Ordini dei medici d’Italia, esprime dunque vicinanza al direttore, ai colleghi e ai sanitari aggrediti nella Casa di cura. I medici di Palermo – conclude la nota – “si augurano che il Prefetto, in sinergia con tutte le altre forze del territorio, trovi le risorse e i mezzi necessari per garantire la sicurezza delle condizioni di lavoro nelle strutture ospedaliere”.

L’aggressione

I fatti si sono svolti domenica 31 ottobre, quando una 21enne del quartiere Vucciria ha scoperto che il bambino che aspettava era morto. La notizia ha scatenato la rabbia dei familiari, che hanno aggredito e minacciato i medici. Colpiti due dipendenti e distrutte diverse attrezzature, i totem delle prenotazioni, sedie e altri mobili.

La famiglia della giovane ha, inoltre, presentato denuncia. La Procura ha dunque aperto un’inchiesta su quanto accaduto e ha proceduto al sequestro del corpicino del bambino, delle cartelle cliniche e della placenta. La clinica, dal canto suo, ha denunciato il padre e lo zio del neonato per atti di vandalismo, minacce e aggressione. Sul posto sono intervenute cinque volanti della Polizia.

Da quanto si apprende, la giovane era giunta in ospedale per la visita tracciata di routine, ma dall’esame il cuore del neonato non batteva più. Lunedì mattina si è svolto il parto tramite induzione attraverso farmaci.

Sul corpo del neonato sarà effettuata l’autopsia per accertare le cause del decesso. Anche il giorno delle dimissioni ha visto minacce e aggressioni da parte dei parenti della ragazza. Solo l’intervento di carabinieri e polizia ha evitato il peggio.

CONTINUA A LEGGERE