Agrigento: 17enne suicida dopo essere stata violentata dal branco e filmata

La vittima, si è suicidata lanciandosi nel vuoto dalla Rupe Atenea di Agrigento, alta centinaia di metri

Una ragazza di 17 anni, Alice Schembri, si sarebbe uccisa perché costretta due anni prima a fare sesso di gruppo con quattro ragazzi, mentre la scena veniva filmata. La procura di Palermo ha fatto notificare con questa ipotesi  un avviso di conclusione delle indagini preliminari ai due maggiorenni coinvolti nell’inchiesta. Un atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Sul fatto c’è anche un’indagine della Procura dei minorenni di Palermo nei confronti di altre due persone che all’epoca ancora non avevano ancora compiuto i 18 anni. La vittima, appena diciassettenne, si è suicidata lanciandosi nel vuoto dalla Rupe Atenea di Agrigento.

Un volo di centinaia di metri, dopo aver cercato a lungo di dimenticare l’orrore subito. La famiglia aveva presentato un primo esposto contro ignoti per istigazione al suicidio. La Procura di Agrigento aveva archiviato, ma le indagini non si sono fermate e la polizia ha scoperto i filmati, riuscendo a ricostruire perché la ragazza si è uccisa.

Rinvio a giudizio per i due maggiorenni

Il caso è stato trasmesso ai pm di Palermo perché a carico dei 4 indagati  è stata avanzata l’ipotesi di diffusione di materiale pedo-pornografico, reato di competenza della Procura distrettuale. I due che erano maggiorenni all’epoca dello stupro hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.  Per i due minorenni, che ora hanno 22 anni, sta, invece, procedendo la Procura minorile sempre di Palermo. Ai quattro indagati si contesta di avere realizzato e prodotto materiale pedo-pornografico con una quindicenne costretta «con violenza e abuso» a subire i rapporti. Contestate anche le aggravanti di aver realizzato video con una minore di 16 anni e d’aver commesso «in più persone riunite».

L’addio su Facebook

Alice,  aveva annunciato il suo gesto con un lungo e straziante post pubblicato su Facebook. “Nessuno di voi sa e saprà mai con cosa ho dovuto convivere da un periodo a questa parte. Quello che mi è successo non poteva essere detto, io non potevo e questo segreto dentro di me mi sta divorando”, si leggeva nel messaggio. “Ho provato a conviverci e in alcuni momenti ci riuscivo così bene che me ne fregavo, ma dimenticarlo mai”, spiegava la 17enne.

Uno struggente addio in cui la ragazza si chiedeva: «Perché devo sopportare tutti i momenti no? Che pur fregandomene, sono abbastanza stressanti, se anche quando tutto va bene e come dico io, il mio pensiero è sempre là? Non sono una persona che molla, una persona debole, io sono prepotente, voglio cadere sempre in piedi e voglio averla sempre vinta, ma questa volta non posso lottare perché non potrò averla vinta mai, come non posso continuare a vivere così, anzi a fingere così».

Abusato delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della ragazza

I poliziotti della squadra mobile che hanno indagato Sul suicidio della ragazza, hanno scartato, quasi subito, la pista delle sette sataniche, ipotizzata in un primo momento. Gli agenti sono poi riusciti a risalire ai video. Per i pm della Procura di Palermo, Luisa Bettioli e Giulia Amodeo, i quattro agrigentini avrebbero abusato delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della giovane che sarebbe stata sotto effetto dell’alcol. L’accusa sostiene che avrebbero approfittato dell’allora quindicenne nonostante  avesse pronunciato, e ripetuto, frasi inequivocabili: «Non voglio», «non posso», «mi uccido», «no ti prego .. mi sento male». L’accusa sostiene che i quattro, nonostante questo,  l’avrebbero costretta  a subire, a turno, un rapporto sessuale riprendendo la scena.