Il giudice Rosario Livatino sarà Beato. Cerimonia il 9 maggio ad Agrigento
La celebrazione si terrà presso la Basilica Cattedrale e sarà presieduta dal Cardinale Marcello Semeraro
Fu ucciso dai mafiosi della “Stidda” il 21 settembre del 1990.
Rosario Livatino, originario di Canicattì, ricordato affettuosamente come ” giudice ragazzino” per via della giovane età – aveva appena trentasette anni quando morì – diverrà Beato domenica 9 maggio.
La Santa Messa con la cerimonia di Beatificazione del Servo di Dio Rosario Angelo Livatino si terrà a partire dalle 10:00 presso la Basilica Cattedrale di Agrigento.
A presiedere, sarà il cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
L’evento sarà trasmesso in diretta su Rai 1.
L’ UCCISIONE
Il giudice canicattinese era a bordo della sua vecchia Ford Fiesta colore amaranto, all’altezza del viadotto Gasena, sulla SS 640 che collega Agrigento a Caltanissetta.
Senza scorta, si recava presso il Tribunale di Agrigento.
Da un’auto che affiancava la sua, uno dei quattro sicari iniziò a sparare una raffica di mitra.
Tentò disperatamente di fuggire a piedi tra i campi limitrofi ma, già ferito da un colpo ad una spalla, fu raggiunto dopo poche decine di metri e freddato a colpi di pistola.
In base alla sentenza che ha condannato al carcere a vita il commando che lo uccise e i mandanti, il giudice, tutt’altro che influenzabile, sarebbe stato eliminato perchè “perseguiva le cosche mafiose impedendone l’attività criminale“.
Un affronto imperdonabile per la stidda, che avrebbe invece preteso un trattamento lassista.
Ovvero, in sintesi, “una gestione giudiziaria se non compiacente, almeno, pur inconsapevolmente, debole”.
MARTIRE DELLA GIUSTIZIA E DELLA FEDE
Le basi fondanti della vita di Rosario Livatino erano due: il Vangelo e la Costituzione, benchè li tenesse rigorosamente distanti, nell’esercizio delle proprie funzioni di magistrato.
Un modo di interpretare la fede che colpì molto Giovanni Paolo II.
Il 9 maggio del 1993, durante il suo storico intervento alla Valle dei Templi, incontrò gli anziani genitori del giudice.
In quell’occasione, aggiunge a braccio al suo discorso la celeberrima frase rivolta ai mafiosi: “Convertitevi, verrà un giorno il giudizio di Dio”.
E che definì Rosario Livatino «martire della giustizia e, indirettamente, della fede».
LE ULTIME PAROLE DEL GIUDICE – IL DOCUMENTARIO
“Picciotti, che cosa vi ho fatto?” : sono state queste le parole di Rosario Livatino prima della morte.
Dopo un vano tentativo di fuga, comprese che era giunta la sua ora.
Nessuna imprecazione, non un solo urlo.
E neppure una richiesta d’aiuto.
Poche, semplici parole rivolte ai killer, unica reazione a tanta spietatezza.
Parole che sono anche il titolo di un documentario a cura di Fausto Della Ceca, ideato e scritto da Giuseppe Cutrona.
La regia è di Simone Di Tella e la produzione di Sara Brogi.
LE INIZIATIVE DELL’ ARCIDIOCESI DI AGRIGENTO
In preparazione alla beatificazione, l’Arcidiocesi di Agrigento propone tre docu – video, estratti dal documentario, sulla figura del magistrato martire.
A realizzarli e produrli, TV2000 in collaborazione con il Centro per la Cultura e la Comunicazione della stessa Arcidiocesi.
I tre docu-video ricostruiscono la figura umana e lavorativa del prossimo Beato, anche grazie all’apporto di varie testimonianze.
“Rosario Livatino …l’Uomo“, “Rosario Livatino…il Credente” e “Rosario Livatino … il Magistrato“, questi i titoli dei filmati, fanno riferimento a precisi tratti della personalità del giudice e sono disponibili sui canali YouTube di Tv2000 e dell’Arcidiocesi agrigentina.
Il primo è già visibile on line, gli altri due lo saranno rispettivamente le prossime domeniche 25 aprile e 2 maggio.
UN PASS PER ASSISTERE ALL’ EVENTO
La cerimonia si svolgerà nel rispetto delle misure per il contrasto e il contenimento della pandemia.
La celebrazione dell’evento si attiene al Protocollo del 7 maggio 2020 in merito alla ripresa delle funzioni con il popolo, e alle successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico.
Potrà fare ingresso in Cattedrale, pertanto, una rappresentanza di vescovi, presbiteri, religiosi, autorità, familiari e fedeli che disporranno di apposito pass.