Cultura

Agrigento, torna a splendere il “Cuore Immacolato di Maria”

Il complesso parrocchiale “Cuore Immacolato di Maria“, al Villaggio Mosè di Agrigento, torna all’originario fulgore. 
A contribuire al recupero e alla riqualificazione è stato l’artista palermitano Igor Scalisi Palminteri, protagonista di un nuovo intervento concretizzatosi nella progettazione e nella realizzazione dei poli liturgici e delle opere d’arte. 
Nello specifico, altare, ambone, sede del celebrante, tabernacolo, fonte e vasca battesimale. 

UN LAVORO LUNGO E INTENSO

Igor Scalisi Palminteri ha inoltre realizzato la croce in ottone per il crocifisso che ospita il Gesù in cartapesta di fine ottocento
A realizzare il restauro dell’opera, invece, Ginevra Lo Sciuto e Gianfranco Di Miceli
Tra gli interventi più significativi a beneficio del “Cuore Immacolato di Maria”, anche i lavori alla statua della Madonna, che ha acquisito una nuova luce. 
Il tutto, grazie al ripristino del rivestimento in foglia oro a cura di Igor Scalisi Palminteri. 
In passato, la statua era stata riverniciata di bianco e azzurro. 
La realizzazione delle opere è durata quasi un anno: un lavoro lungo e intenso, preceduto da due anni di progettazione. 
Tre anni di impegno e dedizione che hanno restituito una nuova vita al complesso parrocchiale. 

L’artista palermitano Igor Scalisi Palminteri

Per la realizzazione delle opere sono stati utilizzati marmo, legno di faggio e ottone.
Dopo la stesura del progetto, Igor Scalisi Palminteri si è recato a Custonaci, in provincia di Trapani, per la scelta del marmo.
Dalla selezione di un unico blocco hanno preso forma tutti gli elementi scultorei che compongono l’arredo sacro del “Cuore Immacolato di Maria”. 
 L’altare pesa sette tonnellate ed è un unico blocco di pietra “pieno”, proprio come l’ambone e la fonte battesimale, con scavo interno per ricavarne la vasca. 
 “La mia intenzione – spiega l’artista – era che ogni elemento fosse ricavato da un unico blocco”. 
Non a caso, l’ambone è un unico blocco di marmo, senza legature, incollature o saldature.
Il portale, disegnato da Igor Scalisi Palminteri, misura quattro metri per tre ed è in legno e ottone. 
“L’ho immaginato come l’ingresso di uno spazio sacro – aggiunge –  una porta, una sorta di icona in cui ci si può specchiare: un Santo che entra in un luogo Santo”.
“Il marmo è stato trattato poco – precisa –  gli elementi sono scolpiti quanto basta: l’idea era di lasciarli quasi grezzi, come se fossero cavati dalla roccia e posti su quel luogo”.

UN PROGETTO DI SQUADRA

Un lavoro corale, lungo e meticoloso ha reso possibile la rivitalizzazione del complesso parrocchiale agrigentino. 
Una sfida importante per realizzare le opere in uno spazio sacro e di culto che Igor Scalisi Palminteri ha portato a termine con grande impegno. 
“Ogni singolo elemento – afferma- è stato pensato fino all’ultimo colpo di scalpello”. 
Il progetto ha coinvolto maestranze e professionalità di diversa estrazione, a partire da falegnami esperti del marmo e del metallo in un confronto continuo con AM3 Architetti associati, la Curia di Agrigento, la CEI e la comunità parrocchiale del Villaggio Mosè.
“Sento – prosegue – di dover ringraziare tante persone: Nino Carlotta, mio inseparabile amico e assistente, Nicola Busacca, senza il quale tutto questo non sarebbe stato possibile, la segheria di marmo di Enzo Salvia e suo figlio Salvo, Jimmy Billante e Daniele Paternostro“.
Senza dimenticare Ginevra Lo Sciuto, “attenta restauratrice che ha dato una luce nuova a due opere importanti come il crocifisso e la statua della Vergine Maria”. 
“Ringrazio – aggiunge – tutte le persone che hanno creduto in questo progetto che con tanta fatica e amore oggi è realtà”.
“Per me, che sono credente – puntualizza – questo lavoro manifesta la mia vocazione spirituale e mi consente di esprimere me stesso e la mia storia”.
“Lo dedico a mia madre Antonella – conclude – che spero sia fiera di me”.

Published by
Marianna La Barbera