Cronaca di Palermo

Ai Rotoli per il gran caldo sono scoppiate alcune delle 950 bare ancora da seppellire

Il caldo di questi ultimi giorni non solo ha propiziato i numerosissimi incendi sviluppatesi in tutta la provincia ed in Sicilia, ma ha anche provocato una grave situazione al cimitero dei Rotoli di Palermo. Infatti sono scoppiate alcune delle oltre 950 bare che ancora sono stipate in ogni dove all’interno del camposanto situato nella zona dell’Arenella. Questa dei Rotoli è una situazione di reale emergenza, che attende da anni una soluzione che ancora non appare all’orizzonte. E adesso, con le bare che scoppiano, si profila anche un reale incubo sanitario.

IL DIRETTORE CHIEDE UN IMMEDIATO INTERVENTO TAMPONE

È stato Leonardo Cristofaro, il direttore del cimitero, a comunicare al capo di gabinetto Sergio Pollicita l’incresciosa situazione creatasi ai Rotoli, complice il gran caldo. Questa la sua nota, come si può leggere sul Giornale di Sicilia in edicola oggi: «A causa della mancanza di fosse dove operare inumazioni, oltre alle elevate temperature, numerosi feretri hanno cominciato a percolare copiosamente. La situazione è ormai tale da imporre l’immediata inumazione o l’acquisto improcrastinabile ed urgentissimo di un congruo numero di sovracasse di zinco destinate a contenerli». La soluzione delle sovracasse di zinco sarebbe quindi un intervento tampone per sanificare i luoghi, «ma si è consapevoli ─ ha scritto ancora Cristofaro che senza fosse di inumazione la situazione non potrà che ulteriormente peggiorare sino a diventare un pericolo sanitario grave».

POLLICITA: «OCCORRE SCONGIURARE IL PERICOLO SANITARIO»

Dopo la comunicazione del direttore dei dei Rotoli corredata da una documentazione fotografica, il capo di gabinetto Pollicita ha dato delle assicurazioni: «È di tutta evidenza che occorrano procedure d’urgenza per scongiurare il grave pericolo sanitario paventato e che non si possano postergare gli adempimenti già più volte sollecitati». Ma quali? La verità è che sono indispensabili i campi di inumazione, anche per il basso costo: 160 euro a salma. Il fatto è che si è sempre alla ricerca dei terreni da sfruttare in questo senso. Roberta Cancilla, della Lega, e componente della IV commissione Igiene e Sanità, a proposito dei campi di inumazioneha detto: «È il problema più grosso. Ogni volta che chiediamo notizie sull’argomento, si resta solo nel vago di ipotesi peregrine. Non so come si riuscirà a dare la famosa degna sepoltura a tutti i morti offesi nella dignità e nella memoria. È una situazione incredibile».

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Pippo Maniscalco