Aita Mari verso Palermo: ci sono 36 migranti, Musumeci alza la voce

UNA NUOVA IMBARCAZIONE DIRETTA VERSO LE COSTE PALERMITANE

Dopo il polverone generato dalla nave Alan Kurdi, una nuova imbarcazione è pronta a lambire le coste di Palermo. È una Ong basca de “Salvamento maritimo humanitario” che trasporta 36 migranti. In questo periodo governato dalla paura portata dal Coronavirus, la Sicilia deve fronteggiare possibili focolai che potrebbero essere importati da immigrati che, senza adeguati controlli, scatenerebbero nuovi contagi da Covid-19. Le vicende dell’Aita Mari sono destinate a scuotere nuovamente il delicato equilibrio politico italiano: come comportarsi, ma soprattutto come gestire, le trentasei anime a bordo della nave?

Aita Mari

AITA MARI: MUSUMECI AVVERTE ROMA MENTRE SALVINI ATTACCA

Un labile equilibrio politico destinato ad infrangersi, nuovamente, sull’argomento immigrati. L’Aita Mari veleggia a gran forza lungo le coste palermitane con trentasei migranti che potrebbero creare nuovi focolai di Coronavirus. L’imbarcazione, dopo aver ricevuto il rifiuto all’attracco da diversi membri dell’Unione Europea, si è spinta verso la Sicilia in cerca di un porto sicuro dove fermarsi. Nello Musumeci ha avvertito il Governo di Roma esprimendo il suo parere contrario:

“Sarebbe grave se Roma consentisse lo sbarco di queste persone, dopo il rifiuto di altri Paesi dell’Unione Europea, in un’Isola che vive con alta tensione gli effetti dell’emergenza epidemica”.

La Ong fa sapere che le condizioni degli emigrati, esattamente come quelli dell’Alan Kurdi, sono preoccupanti. La dichiarazione non ha impressionato Matteo Salvini, leader della Lega. Il politico ha rincarato la dose attaccando aspramente l’Esecutivo su Twitter:

“In arrivo oggi a Palermo anche la nave Ong spagnola Aita Mari, rifiutata da Malta. Il confortevole traghetto Tirrenia è pronto a ospitare la quarantena anche dei nuovi immigrati clandestini, prima di procedere al loro sbarco. Complimenti al governo, è davvero la promozione turistica di cui aveva bisogno la Sicilia”.

Spirito umanitario o chiusura dei porti per evitare ulteriori contagi da Coronavirus? La linea sottile tra aiuto e precauzione, in questi tempi, è molto sottile. Anche in una terra ospitale come la Sicilia

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