Nel decreto attuativo che stamattina dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri, è previsto un assegno unico universale mensile per i figli fino a 175 euro. Che scendono a 85 per i figli maggiorenni tra i 18 e i 21 anni. È un importo non soggetto a tassazione, quindi integrale. L’importo massimo, 175 euro per figlio, andrà a chi ha un Isee fino a 15mila euro. Con l’aumentare dell’Isee, l’assegno cala progressivamente fino a un minimo di 50 euro, e 25 per i maggiorenni. Questi importi sono previsti per chi ha l‘Isee pari o oltre 40mila euro, o per chi non lo presenta. Sono previste anche maggiorazioni in base al numero di figli e alla presenza di disabili, o al reddito e al lavoro di entrambi i genitori. Prevista un’ulteriore maggiorazione da 30 euro al mese per ciascun figlio se entrambi i genitori lavorano, che diminuisce al crescere dell’Isee fino ad azzerarsi oltre i 40mila euro. Mentre altri 20 euro al mese per ciascun figlio arriveranno alle mamme under 21, indipendentemente dall’Isee. La domanda andrà presentata all’Inps dal 1 gennaio per il periodo da marzo a febbraio dell’anno dopo. L’assegno è riconosciuto “per ogni figlio minorenne a carico” e per i nuovi nati “a partire dal settimo mese di gravidanza” e non avrà “limiti di età” per i figli disabili.
Per avere 175 euro netti mensili per figlio occorre avere un Isee pari o inferiore a 15mila euro. Si può ipotizzare che questo indicatore corrisponda alla situazione economica di una famiglia con due genitori che abbiano un reddito annuo ci circa 15mila euro ciascuno, e una casa di proprietà con il mutuo acceso. Per livelli di Isee superiori l’importo si riduce gradualmente, fino a raggiungere un valore pari a 50 euro. Avviene quando indice di ricchezza equivalente è pari a 40mila euro o più. Sopra questo valore l’importo rimane costante. Secondo una valutazione di massima e approssimativa, un valore di Isee di circa 40mila euro equivale a un nucleo di due genitori e due figli, una casa di proprietà e qualche decina di migliaia di euro liquidi per fronteggiate eventuali imprevisti.
È prevista anche una maggiorazione per ciascun figlio successivo al secondo. A partire da 85 euro mensili. Questo importo spetta in misura piena a chi ha l’Isee pari o inferiore a 15mila euro. Per i livelli superiori si riduce gradualmente, fino a raggiungere un valore pari a 15 euro, in corrispondenza del solito tetto di 40mila euro. E rimane costante anche per livelli di Isee superiori. La domanda va presentata in modalità telematica all’Inps, ovvero presso gli istituti di patronato, entro 20 giorni dalla pubblicazione del decreto. Secondo le modalità indicate dall’Inps sul proprio sito istituzionale.