Albergheria, “custodia popolare” per l’ex sede della Catturandi: “Così lottiamo contro la mafia”

L’iniziativa del comitato cittadino “Sos Ballarò” e di diverse associazioni e realtà attive nel quartiere Albergheria di Palermo

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In occasione del trentennale delle stragi, un’opera di riscatto per un luogo simbolo della lotta alla mafia. È quanto hanno messo in atto stamani il comitato cittadino “Sos Ballarò” e diverse associazioni e realtà attive nel quartiere Albergheria di Palermo, che hanno ripulito la storica sede della “Catturandi”, vicino alla scuola “Giovanni Verga”.

Un immobile che fu prima un commissariato di Polizia e che successivamente passò ad ospitare la squadra di agenti che, tra gli anni ’90 e i primi 2000, lavorò alla caccia di latitanti. Diverse le catture alle quali contribuì: da quella di Giovanni Brusca nel 1996, passando per Bernardo Provenzano nel 2006, Salvatore Lo Piccolo, Andrea Adamo e Gaspare Pulizzi nel 2007. Fino a Domenico Raccuglia e Gianni Nicchi nel 2009.

L’incuria nel cuore dell’Albergheria

Un edificio dal forte valore simbolico, dunque. La sua storia, però, è purtroppo finita nell’incuria. Lasciato dalle forze dell’ordine nel 2010, è stato occupato abusivamente per circa sei anni da alcune famiglie. Una volta sgomberato, è divenuto rifugio di tossicodipendenti. L’immobile è ad oggi proprietà del Ministero degli Interni. Ciò che le realtà del territorio chiedono è che sia messo a disposizione della collettività.

Circa cinque mesi fa, quindi, la lettera al Prefetto per avanzare la richiesta. “Ad oggi non abbiamo mai ricevuto alcuna risposta e il Prefetto non ha mai reso alcuna notizia sul futuro dell’immobile. Riteniamo intollerabile che quello che è stato un importante presidio di legalità possa consumarsi nell’incuria o cadere in mano della microcriminalità”.  Così si legge in una nota comitato cittadino “Sos Ballarò”.

“Vogliamo perciò, in occasione delle celebrazioni per il trentennale delle stragi del ’92, ricordare simbolicamente che la mafia si nutre del degrado e dell’abbandono dei territori e che si può sconfiggere solo se si danno risposte vere e concrete che riempiano i quartieri di infrastrutture sociali. Luoghi aggregativi, accesso ai diritti, associazionismo dal basso, sono per noi la migliore risposta per ricordare e praticare la lotta alla mafia”.

La “custodia popolare”

Stamattina, così, i volontari si sono presentati sul posto e hanno iniziato a ripulire e sgombrare l’area, sottoponendola a “custodia popolare”. A dare il loro contributo il Coordinamento Albergheria e Capo insieme, le associazioni di promozione sociale Il Giardino delle Idee, Santa Chiara, Ballarò Buskers; le associazioni Apriti Cuore Onlus, Ballarò significa Palermo, Cassaro Alto, Handala, Parco del Sole, Quarto Savona, Kala Onlus, Libera Palermo Contro le Mafie, Mercato Storico Ballarò, Per Esempio Onlus, Porco Rosso, Sbaratto; Moltivolti Impresa Sociale e Terradamare Cooperativa.

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“Necessario convocare tavolo in Prefettura”

“Da quel luogo sono partite le intercettazioni per arrestare Bernardo Provenzano”, ricorda a Palermo Live il presidente della prima Circoscrizione, Massimo Castiglia. “Le associazioni, i cittadini, i residenti ci hanno chiesto di farne un consultorio familiare, un centro contro la violenza sulle donne, un drop-in, cioè un centro che si occupi della tossico dipendenza, oppure un centro per anziani. Insomma, tutta una serie di attività concrete che portano diritti alle persone e sottraggono mani, braccia, gambe e teste a Cosa Nostra“.

“L’iniziativa è proposta dalla rete sociale di SOS Ballarò, da vari cittadini e cittadine che stamattina hanno sentito l’urgenza di ricordare il trentennale della strage di Capaci attraverso un’azione diretta”. “Ribadiamo ancora una volta – conclude Castiglia –  che è necessario che il Prefetto convochi questo tavolo. L’antimafia non può essere delegata esclusivamente al ruolo straordinario della magistratura e delle forze dell’ordine, ma è fondamentale che ci sia una crescita culturale e sociale della città e della comunità, soprattutto nei quartieri più disagiati, per arricchire la città stessa”.

“È importante constatare come la cittadinanza attiva si adoperi affinché il territorio, laddove le istituzioni tendono ad essere assenti, venga rivalutato e uno spazio pubblico venga restituito alla pubblica utilità. È questa la Palermo che ci piace“. Così afferma a Palermo Live l’avvocato Riccardo Vinciguerra, presente stamani all’iniziativa.

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