“Uno scempio”, “Desolante”, “Vergognoso”, sono solo alcuni dei commenti relativi all’abbattimento di alcuni alberi – Eritrine – lungo il Foro Italico di Palermo. Una decisione sofferta ma necessaria. Gli alberi, che per anni hanno rappresentato un simbolo di bellezza naturale per la comunità, erano infatti diventati un pericolo imminente per la sicurezza pubblica. A spiegarci le motivazioni è il dottor Claudio Benanti, agronomo.
“Quando si decide di abbattere un albero, lo si fa tenendo conto di due fattori. Uno, quello principale, legato alla pubblica sicurezza. L’altro, in considerazione del valore e dello stato delle piante. A Palermo, la maggior parte di questi interventi avviene quasi sempre per il primo motivo. Ovvio che dietro un abbattimento debba esserci una dovuta compensazione, tenendo conto di diverse variabili che guardino non soltanto ad oggi ma anche oltre (l’evoluzione del clima e della città stessa)”.
“Nel caso specifico delle Eritrine del Foro Italico, se ne stanno abbattendo sette. Le piante più anziane hanno circa 180 anni – continua Benanti – Sono piante secolari, bellissime certo, ma alla fine del loro ciclo vitale e quindi pericolose. Perché? Una pianta può morire e restare in piedi o morire e cadere. Le Eritrine, a tal proposito, sono tra le piante più fragili in assoluto. Se si trovassero su una montagna, lontane dal centro abitato, verrebbero lasciate tranquillamente lì. Ma in città, in queste condizioni, sono ampiamente inaccettabili. Con la mente non possiamo non andare al prossimo 14 luglio, al 400esimo Festino di Santa Rosalia dove centinaia di migliaia di palermitani si riverseranno proprio in quelle zone. Non si può rischiare. Se c’è anche una sola possibilità che l’albero cada, può seriamente causare una tragedia. E se poi “Ci scappa il morto”, “Non si poteva evitare?“. Lasciare queste piante in piedi creerebbe solo colpevoli.”