Alberto Di Pisa:«Trattativa? No, Borsellino ucciso per la questione appalti»

Ha lavorato accanto sia a Giovanni Falcone che allo stesso Paolo Borsellino, e per questo, di entrambi conosceva tante sfumature caratteriali e professionali. Per Alberto Di Pisa,  magistrato che fece parte del pool antimafia di Palermo, il giudice Borsellino è stato ucciso dalla mafia non per la questione trattativa con lo Stato quanto per interessi legati al mondo degli appalti. 

CON BORSELLINO OTTIMI RAPPORTI SIA UMANI CHE PROFESSIONALI

“Proprio il giorno dell’attentato Paolo Borsellino aveva urgenza di parlarmi, ma purtroppo non c’era quando era passato a cercarmi“, racconta. Si occupò dell’inchiesta su mafia e appalti che gli fu tolta dall’allora Procuratore Pietro Giammanco e che finì archiviata. “Con Paolo Borsellino eravamo in ottimi rapporti sia a livello professionale che umano. Purtroppo hanno scritto di tutto, anche che i miei rapporti con Falcone e Borsellino non erano idilliaci, eppure basterebbe leggere i verbali di quando Falcone fu sentito al Csm che disse che i nostri rapporti erano ottimi”.

IL CORVO DEL TRIBUNALE 

L’accusa rivolta a Di Pisa fu pesante e tendenziosa, visto che fu definito il ‘corvo’ del tribunale, accusa da cui fu in seguito pienamente assolto. “Borsellino disse  – ricorda Di Pisa – che non ci avrebbe creduto nemmeno se lo avesse visto con i propri occhi . L’accusa nasce dalla costruzione di una pseudo prova, dovrò aspettare quattro anni prima di essere definitivamente assolto”. Ed e’ a questo punto che, le memorie di Di Pisa svoltano verso quelle affermazioni che vedrebbero l’assinio di Borsellino dovuto alla questione appalti anzichè alla trattiva Stato Mafia.  “Inchieste scottanti, tra le quali quella di mafia e appalti del comune di Palermo. Era il periodo della famosa primavera di Orlando ma appurai che i grandi appalti erano ancora in mano a referenti mafiosi”.

LA RISPOSTA RISOLUTA DI BORSELLINO

E spiega che Paolo Borsellino, a suo avviso, è stato ucciso proprio per quella inchiesta. “Non c’entra nulla la trattativa – dice – perché ne avrebbe parlato e soprattutto denunciato in procura se avesse appurato una cosa del genere, in realtà è morto per la questione appalti, erano lì tutti gli interessi della mafia”. “Ricordo che in una occasione – dice – gli chiesi se l’attentato a Falcone fosse una strategia di ‘destabilizzazione’ e lui mi rispose di no ma che è ‘stabilizzante'”.
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Redazione PL