Un predestinato. No, non stiamo parlando del ferrarista Charles Leclerc, le cui qualità come pilota di Formula 1 sono sotto gli occhi di tutti e ne giustificano l’appellativo con cui è ormai conosciuto dai tifosi della Rossa, ma di un altro giovanissimo talento dello sport che ieri ha coronato con un successo la sua rincorsa al primo grande titolo della carriera e alla posizione numero uno della classifica del tennis mondiale: Carlos Alcaraz.
19 anni compiuti il 5 Maggio scorso, il tennista nato a Murcia nel sud della Spagna, ha battuto il norvegese Casper Ruud in quattro set per 6-4 2-6 7-6(1) 6-3 nella finale degli US Open, in quella che non era solo una finale assolutamente inedita per i tornei dello Slam, ma un vero e proprio spareggio per chi tra i due avrebbe alla fine del match occupato la vetta del ranking ATP per la prima volta. Alcaraz diventa così il più giovane tennista della storia a conquistare il primo posto della classifica maschile da quando esiste il meccanismo dei punti ATP.
Un cammino entusiasmante quello di Alcaraz, iniziato a Febbraio 2020 con la sua prima apparizione in un torneo ATP grazie a una wild card al torneo di Rio de Janeiro e “presentandosi” al mondo del tennis sconfiggendo al primo turno – lui che era numero 500 ATP – il connazionale Albert Ramos Vinolas, all’epoca numero 41 del ranking. Dopo aver vinto due tornei Challenger, nel 2021 supera le qualificazioni all’Australian Open debuttando in un torneo Slam e superando due turni. Stesso cammino al Roland Garros, dopo essere diventato il più giovane tennista di sempre ad entrare nelle prime cento posizioni della classifica.
Ma Alcaraz ha appena iniziato a stupire il mondo del tennis. Nel settembre del 2021 entra agli US Open da outsider e coglie il suo primo successo contro un “top ten”, spazzando via dal campo nientemeno che il greco Tsitsipas, numero 3 Atp. Il mondo del tennis non può fare a meno di notare l’ascesa vertiginosa di questo ragazzone spagnolo, che scala le posizioni del ranking mondiale a una velocità inaudita, seguito da un’altra “next gen” del tennis mondiale, Jannik Sinner. Ed è proprio il successo nelle “Next Gen ATP Finals” dell’anno scorso che proietta Alcaraz defintivamente tra i primi venti del mondo.
Il resto è storia recente. Il 2022 lo vede vincere due tornei Masters 1000, a Miami e Madrid, entrando nella top 10. A Wimbledon si presenta come uno dei favoriti ma la sua corsa viene fermata proprio da Sinner, una partita che ha dato ufficialmente il via ad una rivalità (peraltro correttissima vista la stima reciproca dei due) che infiammerà il tennis per molti anni. A New York è arrivata così la conclusione quasi inevitabile di un cammino trionfale, che però appare appena all’inizio.
Alcaraz ha doti fisiche incredibili, una mobilità e una velocità di gambe che gli permettono di colpire sempre la palla in pieno controllo e sfruttando una spinta che rende il suo palleggio difficile da reggere per chiunque. Nonostante la giovane età, l’iberico dimostra grande controllo mentale anche in match estremamente lunghi, una caratteristica che lo accomuna proprio a Sinner. I margini di miglioramento per il ragazzo di Murcia sono incredibili, e il lavoro fatto dal suo coach (l’ex numero uno del mondo Juan Carlos Ferrero) lo porterà a crescere ancora, soprattutto nel gioco di volo e nella gestione della risposta al servizio.
Il regno dei “Big Three” (Djokovic, Nadal, Federer) sembra al tramonto dopo due decenni, il passaggio generazionale è compiuto. Domenica due “Carlo” diversi si sono seduti su un trono, uno per regnare sull’Inghilterra e l’altro sul mondo del tennis. Una nuova epoca è appena iniziata.
foto Yannick JAMOT, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons