C’erano proiettili veri nella pistola usata da Alec Baldwin sul set di “Rust”, nel New Mexico, dove, durante le riprese, l’attore ha sparato uccidendo la direttrice della fotografia Halyna Hutchins. Ferito gravemente, inoltre, il regista Joel Souza, ricoverato in terapia intensiva.
La stampa americana riferisce, sulla scorta dei documenti del tribunale di Santa Fe, competente del caso, che l’arma era stata consegnata all’attore da un assistente alla regia. Entrambi erano convinti che fosse sicura.
Mentre le forze dell’ordine indagano, anche la Rust Movie Productions, società di produzione del film, ha avviato dei controlli interni. In una nota ha dichiarato, infatti, che la sicurezza è una priorità: “Anche se non siamo a conoscenza di nessuna denuncia sulla sicurezza sul set, condurremmo un’indagine interna sulle nostre procedure”.
Insomma, un vero e proprio mistero quello che ha coinvolto l’attore Alec Baldwin. A quanto emerge, responsabile del controllo delle armi era una ventenne, al primo incarico in quel ruolo. Gli inquirenti hanno interrogato l’attore e sequestrato, insieme alla pistola, anche il suo abito di scena sporco di sangue. Non ci sono al momento indagati per la vicenda.
“Il mio cuore è spezzato per suo marito, il loro figlio e per tutti coloro che conoscevano e amavano Halyna”, ha scritto su Twitter Alec Baldwin, che è anche produttore della pellicola. L’attore ha dichiarato di star collaborando con l’ufficio dello sceriffo della contea di Santa Fe. “Non ci sono parole per esprimere il mio shock e la mia tristezza per il tragico incidente che ha strappato la vita di Halyna Hutchins, una moglie, madre e una nostra collega molto ammirata”.
Halyna Hutchins, 42enne di nazionalità ucraina, era cresciuta in una base militare sovietica nell’Artico. A Kiev aveva studiato giornalismo, per poi trasferirsi a Los Angeles per studiare cinematografia. La rivista American Cinematographer l’aveva definita, due anni fa, un “astro nascente”.