Alfabetizzazione digitale, questionario per cinquecento studenti siciliani

Tutti i risultati dell’indagine a cura del Corecom sul livello di competenza nelle scuole superiori dell’isola

Cinquecento studenti siciliani alle prese con un questionario on line sull’alfabetizzazione digitale.
Un’iniziativa messa a punto dal Comitato regionale per le comunicazioni, con l’obiettivo di sondare il livello di competenza digitale tra gli Istituti superiori dell’isola.
Al centro dell’attenzione, le insidie della navigazione in rete, gli strumenti per difendersi dal cyberbullismo e il ruolo della didattica a distanza.
Solo alcuni tra i temi oggetto di approfondimento per gli studenti che hanno partecipato.

LE OSSERVAZIONI DELLA PROFESSORESSA MARIA ASTONE

“I risultati dell’indagine del Corecom Sicilia offrono  numerosi spunti di riflessione – afferma Maria Astone, presidente del Comitato regionale di controllo – e, in particolare, appaiono significativi alcuni dati”.
In primis, quelli relativi alla convinzione sull’insufficienza della preparazione digitale dei docenti e dei genitori.
Avvertita diffusamente, inoltre, la necessità di favorire l’acquisizione di conoscenze relative ai diritti dei minori in Internet.

La professoressa Maria Astone, presidente del Corecom Sicilia
La professoressa Maria Astone, presidente del Corecom Sicilia


Occhi puntati anche sul ruolo della didattica a distanza e sugli effetti da essa prodotti.
Particolare attenzione anche alla riduzione dei contatti personali e all’incidenza negativa sulla crescita psichica e culturale degli studenti.
Colpisce anche la consapevolezza dei giovani sulla circolazione incontrollata di informazione false – precisa la presidente – e l’esigenza di verificarne la veridicità, pur in assenza di adeguati strumenti di controllo”.

A SFERA DIGITALE, CENTRALE NELLA VITA DEI GIOVANI

Il questionario è stato proposto ai giovani che hanno partecipato al ciclo di sei webinar sul tema ‘Percorsi di alfabetizzazione mediatica’ promosso dal Comitato.
L’iniziativa ha coinvolto, dal 16 aprile al 21 maggio 2021, circa settecento giovani, dalla prima all’ultima classe di diverse scuole superiori dell’isola.
La finalità principale è stata testare la loro preparazione nell’alfabetizzazione digitale.
Le cinquecento risposte arrivate confermano l’enorme rilievo della sfera digitale nella vita di ragazze e ragazzi.
Più della metà si connette ogni giorno, soprattutto da casa, in orario extrascolastico (92,8%). 
L’utilizzo per motivi di studio è risultato indispensabile per la quasi totalità dei partecipanti all’indagine (91,4%) e impone familiarità con programmi di scrittura come Word (87,2%) e di navigazione su internet (Chrome 86,8%).
Meno scontato, invece, l’utilizzo di software di calcolo (Excel 20,2%) e di posta elettronica (Outlook 7,2%).

IL MONDO DEI SOCIAL

I social network imperano.
Il più amato è Whatsapp (97,8%), seguito a ruota da Instagram (92,8%).
Con un certo margine di distacco si attesta Youtube (73,9%) e solo al quarto posto Tik Tok (65,3%).
Si conferma che la piattaforma Facebook non riscuote il consenso dei giovani: lo usa solo il 32% degli intervistati.
Così come è una minoranza quella che segue Google+ (21%), Tellonym (7,8%) e Snapchat (5%).

GENITORI E DOCENTI “BOCCIATI”

In merito alla capacità di utilizzare programmi informatici, i ragazzi siciliani si ritengono abbastanza preparati.
La maggioranza si attribuisce almeno la sufficienza in una scala da uno a dieci (il 28,8% si dà 8, il 26% si assegna 7 e il 15,2% autostima un 6).
Ancor più ferrati nella capacità di gestire i social network: ben il 31,9% si assegna un 10, il 27,9% arriva a 9 e il 22,6% si ferma ad 8.
Per i ragazzi i propri docenti hanno scarsa familiarità con i social: il 36,5% degli intervistati si dice convinto che solo pochi professori hanno capacità in questo ambito.
Nello specifico, il 24,4% attribuisce buone capacità digitali solo a metà del corpo docente, il 20,8% risponde di non avere elementi per fare questa valutazione e solo l’8,6% ritiene che tutti i docenti siano smart.
Ancor più netto il distacco rispetto alla valutazione dei giovani sulle capacità digitali dei propri familiari: il 45,1% pensa che i genitori competenti siano pochi, il 28,4% ritiene che metà dei parenti sia in grado di utilizzarli e appena il 17,7% considera smart mamme e papà.
Alla classe docente, i giovani che hanno risposto al test attribuiscono però una certa capacità di innovazione didattica.
Il 51,8% utilizza le classi virtuali di Microsoft Teams e il 38,6% lavora con i pc a disposizione a scuola.
Inoltre, il 38,8% usa lo smartphone in classe mentre il 36,8% utilizza Flipped Classroom, il 2,6% applica il Cooperative Learning, il 2,2% l’E-twinning e il 2% il 4CLIL.

PRIVACY E TUTELA DEI DATI PERSONALI

Il questionario mette in evidenza che la maggior parte dei ragazzi si considera in grado di proteggere i propri dati personali.
Sempre in una scala da 1 a 10, il 28,5% si assegna il range massimo, il 19,6% si attribuisce 9 e il 23% arriva a 8.
Risultati analoghi anche alla domanda sulla capacità di tutelare i dati di amici e conoscenti.
I giovani interpellati si considerano anche molto informati sulla natura dei ‘dati personali’ (65,4%), dell’età necessaria per autorizzarne il trattamento sui social (per il 63,2% è 16 anni mentre il 34,1% indica 14 anni), del diritto alla privacy e alla riservatezza (98,4%), del diritto all’immagine (87,5%).
Alta consapevolezza, inoltre, delle istituzioni alle quali rivolgersi per tutelarsi nel caso di violazioni (82,7%).

LA VIOLENZA IN RETE

Il fenomeno del cyberbullismo, con le sue tante sfaccettature (flaming, harassment, trolling, cyberstalking, exposure/outing, exclusion, denigration, trickery, happy slapping, masquerade/identity theft) risulta ben noto agli studenti.
Nel 64% dei casi essi si ritengono informati mentre il 36% non pensa di poterle riconoscere tutte.
Nonostante la consapevolezza, però, l’81,4% degli intervistati gradirebbe avere maggiori informazioni attraverso incontri con professionisti ed esperti.
Un’esigenza forte, che emerge anche se il 67,8% di loro ha già lavorato a scuola sui diritti in rete, la cittadinanza digitale ed il cyberbullismo producendo, nel 42,2% dei casi, materiali e contenuti didattici in formato digitale sul tema e il 19% in formato cartaceo.

I RAGAZZI E LA TECNOLOGIA: UN RAPPORTO IN DIVENIRE

“Soltanto” il 45,6% dei giovani considera utile la tecnologia e crede in essa e nella didattica innovativa quali strumenti per affinare l’attenzione, la motivazione e l’apprendimento.
La fiducia, dunque, non è così scontata come si potrebbe immaginare: il 37,6% la ritiene sicuramente utile, il 12% boccia l’idea. 
Un tema approfondito con domande specifiche sulla didattica a distanza.
Per molti di loro l’esperienza della scuola da remoto imposta dalla pandemia ha contribuito, da una parte, a migliorare i sistemi d’insegnamento.
Al contempo, dall’altra, avrebbe sottratto dignità ai libri, fatto scemare l’attenzione e la capacità di interazione, in particolare con la matematica
Molti lamentano anche la mancanza di contatto diretto con professori e compagni, la difficoltà di collegamento, e l’eccessiva presenza di distrazioni in casa.
E ammettono anche che, senza il controllo stringente in classe, davanti al pc si può barare facilmente con i docenti.

BUON SENSO DIFFUSO

Per il 70,8 % dei giovani, l’uso di internet non riguarda solo l’attività di studio, ma rappresenta un riempitivo quando si annoiano e non hanno altro da fare.
Sia se sono soli a casa (38,2%) che con gli amici (14,4%) e i genitori (12,8%).
Il 25% si dichiara costantemente connesso e il 16,8% anche durante l’orario scolastico.
La percezione dei rischi connessi alla navigazione diminuisce la fiducia dei ragazzi nelle persone: il 52,4% si fida poco, il 24,7% per nulla, il 18,6% abbastanza.
Per questo, probabilmente, una buona metà degli studenti (55,6%) dichiara di non avere mai interazioni in rete con gli sconosciuti, solo raramente il 35,6% e spesso l’8,8%.
Così come il 67% sa che è rischioso fornire dati personali, mandare foto a sconosciuti (65,2%), soprattutto intime (63%).
Altrettanto sconsigliabile chattare con sconosciuti (54,2%), fare giochi pericolosi (53%), ricevere richieste di contatti (42%).
Per il 44,4% è inoltre rischioso insultare e offendere (35,2%), mostrarsi via webcam (36,8%) e contattare estranei (34,6%).

NOTIZIE FALSE: PREVALE LA DIFFIDENZA

La maggioranza dei partecipanti al questionario (92,5%) considera grave contribuire alla circolazione incontrollata di informazioni false.
Inoltre, l’84,7% ritiene di condividere solo notizie verificate e provenienti da fonti autorevoli (82,9%).
Il 65,1% degli intervistati si reputa in grado di verificare l’autenticità di una notizia.
Il 62,6% fa caso al bollino di autenticità dei profili social che segue.
Infine, il 76% sostiene di non fidarsi di sconosciuti solo perché è d’accordo con quello che dicono.

CONCLUSIONI

In definitiva, secondo la professoressa Maria Astone, con il questionario “gli studenti siciliani dimostrano di essere consapevoli delle difficoltà connesse al sistema digitale“.
La maturità acquisita appare certamente significativa ma non sufficiente.
Resta, quindi, la necessità istituzionale di dare seguito all’attività di alfabetizzazione digitale che, secondo la presidente, “è uno dei nuovi pilastri su cui si regge il sistema normativo in materia di mercato audiovisivo”.
Per questa ragione, il Corecom proporrà un nuovo programma di lezioni e seminari rivolti a studenti, genitori e docenti.
Il tutto, come preannuncia Maria Astone, dopo una riflessione sui dati raccolti e in vista del nuovo anno scolastico, con il coinvolgimento delle altre istituzioni.
Ovvero, l’Università, gli Istituti scolastici, l’assessorato regionale all’Istruzione e alla Formazione e la Sovrintendenza scolastica regionale.