In Italia l’antivirus russo Kaspersky è usato da tanti di utenti, e, paradossalmente, è installato anche sui principali sistemi informatici delle istituzioni nazionali. Si tratta di di un software che ogni giorno si collega a Mosca per aggiornamenti. La tecnologia Kaspersky è stata acquistata ed attualmente la utilizzano tre ministeri: quello il dell’Interno, quello della Finanza e quello degli Esteri. Ma è installato anche nei computer di Istat, CNR, Istituto di Fisica Nucleare, Regione Emilia Romagna, Autorità Garante Concorrenza e Mercato. Ed anche in tanti altri enti pubblici. L’esperto Fabio Pietrosanti, che si occupa professionalmente di digital security, in un’intervista al quotidiano “Il Riformista” ha spiegato i potenziali pericoli di questa situazione.
«Il Governo russo ─ ha dichiarato Pietrosanti ─ può ordinare a Kaspersky di rilasciare un aggiornamento software automatico, ordine a cui l’azienda non può sottrarsi. L’Italia potrebbe quindi trovarsi centinaia di migliaia, se non milioni di computer, al servizio dell’azione militare e di intelligence russa». Una simile azione potrebbe portare alla «distruzione di banche dati e di sistemi informativi, a spionaggio digitale e devastazione delle reti di telecomunicazione. Così come ─ ha aggiunto ─ è già capitato all’Ucraina per mano Russa nelle scorse settimane. Pensate che questo antivirus si chiama Kaspersky, come il suo inventore che è un ex ufficiale del KGB»
Pietrosanti ha spiegato ancora: «Quando un prodotto software o un servizio viene anche erogato ad un prezzo sensibilmente più basso di quello medio di mercato, è legittimo domandarsi se la competizione sia figlia di una volontà commerciale o di una attenta politica di diffusione di agenti software, in grado di adeguare le proprie funzionalità in funzione del contesto geopolitico, rischio oggi assolutamente pragmatico». Secondo l’esperto informatico nel cuore dell’apparato di sicurezza e dei ministri italiani è entrato un potenziale “trojan horse”.
Per questo il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare nelle prossime ore un provvedimento d’urgenza. A conferma di quanto rappresenti oggi per il governo italiano la questione della sicurezza informatica legata ai prodotti russi, primi tra tutti quelli del colosso mondiale della cyberscurity. Saranno stanziati fondi per acquistarne un nuovo antivirus, evitando anche problemi di natura erariale a chi, legittimamente, in questi anni lo aveva acquistato. Norma questa annunciata ieri in Senato dal sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Franco Gabrielli. Dopo che nei giorni scorsi i vertici dell’agenzia nazionale per la Cybersicurezza avevano lanciato l’allarme davanti al Copasir. «Il Governo ─ ha spiegato Gabrielli ─ si accinge a varare una norma per consentire che nelle pubbliche amministrazioni non solo l’antivirus così ampiamente citato. Ma anche altre piattaforme informatiche, saranno poste fuori dall’ambito dell’attività delle Pubbliche amministrazioni».