Allarme sushi, presenza di parassita pericoloso in questi pesci: dopo l’ingestione arrivano i sintomi e forte malessere | Evitare questi alimenti

Allarme sushi-Web-Palermolive.it

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Panico e caos in tutta Europa a causa di un allarme alimentare. L’ordine è di non consumare il sushi proveniente da un Paese del Mediterraneo

Scatta, come un fulmine a ciel sereno, un allarme rosso legato al sushi. Un problema dalle conseguenze potenzialmente devastanti che infatti ha già messo in moto un’andata di panico e paura tra i cittadini di vari paesi d’Europa.

Sotto la lente d’ingrandimento è finito in particolare l’intero bacino del Mediterraneo. A far scattare il potenziale, grave pericolo è stata un’organizzazione di consumatori che si cura in particolare della tutela della salute.

C’è già chi paventa l’ipotesi nefasta di una crisi senza precedenti del mercato del sushi, ma è quanto meno prematuro anticipare uno scenario così catastrofico. Di certo però è necessario tenere altissima la soglia dell’attenzione.

Il pericolo in questo momento è un micidiale parassita che alberga nel 36% del pesce consumato in Spagna. Si tratta del temutissimo e assai comune anisakis, una sorta di minuscolo verme simile a una lunga larva che infesta parecchie specie di pesci.

Sushi in crisi, il parassita nuoce alla nostra salute: i sintomi

Per fortuna l’anisakis è visibile ad occhio nudo ed è facilmente individuabile durante la pulizia del pesce crudo. Si trova in svariati tipi di pesce, quasi tutti utilizzati per preparare il sushi come acciughe, salmone, sardine, tonno, merluzzo e pesce spada. Nel caso in cui il parassita venga ingerito può causare malessere e una vasta gamma di sintomi.

Si va da quelli più lievi tipo orticaria, angioedema e asma ai più gravi come nausea, vomito e diarrea e addirittura la perforazione intestinale. L’anisakis però non è invulnerabile, tutt’altro: la cottura del pesce lo uccide così come la procedura di congelamento.

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Sushi, come eliminare il parassita se lo abbiamo ingerito: i dettagli

Se qualcuno di noi ha la malaugurata sfortuna di consumare pesce infettato da questo parassita non deve farsi prendere dal panico. L’anisakiasi, ovvero la patologia provocata dall’anisakis, si cura attraverso l’eliminazione dello sgradito ospite dal nostro organismo.

Le larve si possono togliere sia attraverso un normale intervento chirurgico e sia con un esame endoscopico. Non è raro però trovare qualcuno che riesca per conto proprio ad espellere il parassita. Questo in genere può accadere a distanza di qualche settimana dalla sua ingestione, magari con il sostegno di una terapia ad hoc.

In estrema sintesi il sushi si può preparare anche con pesci infettati dal parassita, ma solo dopo aver eseguito alla perfezione la procedura del congelamento.